In Maremma il bagnino è moldavo

Boom di lavoratori dell'Est, dai romeni ai bulgari. "Certi lavori gli italiani non vogliono proprio farli"

In Maremma il bagnino è moldavo

Nostro inviato a Orbetello (GR).

Slava viene da una città della Moldavia dal nome impronunciabile. È grande e grosso nella sua maglietta gialla con la scritta Staff e sembra tagliato con l'accetta, ma con insospettabile delicatezza aiuta una bambina a uscire dal mare della Feniglia. Poi porta con un carrello sulla spiaggia due lettini, come fossero fuscelli, e li apre per fare accomodare l'ex bomber della Lazio e centravanti della Nazionale degli anni '70 Bruno Giordano e signora. Qui Slava fa il bagnino e lo chiamano Flavio. Parla bene italiano perché all'Argentario è arrivato 5 anni fa, come tanti altri della sua terra. «Sono venuto in Maremma perché me ne avevano parlato degli amici. Si sta bene, soprattutto d'inverno quando da noi c'è la neve alta e qui invece il tempo è bello. Ho portato moglie e figli. Abito in una casa di 80 metri quadri a Porto Ercole, che mi costa 500 euro al mese. Quando finisce l'estate comincio a fare il muratore». Altri giovani moldavi piantano ombrelloni lungo la riva e spostano sedie sdraio. Il passa parola da anni li ha portati qui. Quando finisce la stagione estiva anche loro cercano lavoro come muratori, manovali, cuochi, camerieri. «Mi trovo bene - dice Barbara, padrona dello stabilimento -, sono seri, buoni lavoratori, onesti, senza troppi grilli per la testa. Gli italiani, per questi lavori, non durano 3 giorni. E tra gli stranieri i moldavi sono i migliori».

Dev'essere così, perché la colonia s'ingrossa di anno in anno e nei bar, nei ristoranti e negli alberghi a servire la borghesia soprattutto romana che arriva all'Argentario ci sono soprattutto loro. Sergio Petrucci ha un ristorante a conduzione familiare ad Orbetello da mezzo secolo e qualche anno fa si è trovato in difficoltà. «Avevo bisogno - racconta - di aiuto in cucina e per il servizio ai tavoli, ma italiani non riuscivo a trovarne. Eppure, offrivo un buono stipendio, tutto in regola. Ma certi lavori proprio non vogliono farli, tutti col mito della laurea e poi restano disoccupati. Alla fine, mi ha salvato una famiglia moldava. Ora la madre fa la cuoca e i figli camerieri. Lavorano bene e il ristorante va alla grande».

Sono tanti nella zona pure i rumeni, i polacchi,i bulgari. Rosa fa la colf per le signore che vengono in villeggiatura nelle case di Orbetello e nelle ville di Ansedonia, 10 l'ora e ha più richieste di quante riesca a soddisfarne. Ha sposato un italiano e vive ad Albinia da anni. D'estate la raggiungono dalla sua Polonia delle amiche che per qualche mese lavorano qui e poi tornano a casa. Come Lia, che fa la badante ad una coppia di anziani a Porto Ercole fino a settembre e quando raggiunge la famiglia ha messo da parte una bella somma. Di toscani che hanno sposato belle ragazze bionde dell'Est, magari più giovani, ce ne sono tanti. La domenica, nella messa al duomo medievale affacciato sulla laguna, è pieno di coppie così. A volte, va particolarmente bene e la graziosa cameriera diventa moglie del proprietario del ristorante, gli dà dei figli e sale nella scala sociale, anche se non fa certo la signora ma continua a lavorare accanto al marito. Sonia è una di queste. «Fatichiamo molto durante l'estate - dice, spingendo il passeggino con la sua bambina italo-polacca -, perché è il momento in cui c'è più gente, anche se siamo aperti tutto l'anno. Però in autunno mio marito ci regala sempre un bel viaggio per riposarci».

È un'immigrazione ordinata e silenziosa, che fa poco parlare di sé ma sta dilagando in tutta la Maremma. Paolo ha un albergo a Porto Santo Stefano e conferma che da lui il personale è quasi interamente dell'Est.

«Mi trovo bene con loro - spiega -, in passato qualche problema in zona l'hanno dato solo dei rumeni. Ma gli altri si sono integrati bene, sono tranquilli e costituiscono una bella fetta della forza lavoro nei comuni dell'Argentario».

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