Migliaia di profughi ucraini sono in arrivo in Italia: è annunciato come il più grande esodo della recente storia europea e dalle parti nostre si dibatte sulle competenze in materia d'accoglienza.
L'Unione europea può essere ad una svolta di materia di distribuzione dei richiedenti asilo e, con la protezione umanitaria temporanea che è stata prevista, può essere destrutturato, una volta per tutte, il Trattato di Dublino. Chi, però, deve mettersi in moto affinché ai migranti provenienti dal Paese vessato dalla guerra di Vladimir Putin siano garantito, anche dal punto di vista economico, quello che una nazione civile dovrebbe?
Il dibattito è, ancora una volta, tagliato sul peso da distribuire alle competenze tra Stato e Regioni. La riforma del Titolo V è sempre uno sfondo in circostanze come queste. Ma se l'Ue vira, i toni delle discussioni, tra i livelli di potere in Italia, sono gli stessi. La questione riguarda i fondi: le Regioni, incontrando il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, ne hanno chiesti di più. L'Ansa lo riporta così come altre agenzie. La richiesta non riguarda questa o quella parte politica: è bipartisan.
Tant'è che se il governatore della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fredriga, leghista, ha domandato il sostegno dell'esercito, quello della Regione Emilia Stefano Bonaccini ha rimarcato a sua volta la necessità di risorse. "Il supporto del Governo, immagino con l'esercito, a sostegno anche dell'attività sanitaria. Non si può pensare che questa attività sia sulle spalle di una sola Regione", ha fatto presente il primo dei due governatori. E il secondo: "Mettere delle risorse per le famiglie che accolgono i profughi perché stanno facendo il massimo possibile", ha suggerito, rivolgendosi all'esecutivo presieduto da Mario Draghi.
Attilio Fontana, governatore della Lombardia ed a sua volta espressione del partito guidato da Matteo Salvini, chiede all'esecutivo di definire "con chiarezza il quadro all'interno del quale le Regioni devono operare e corrisponda al contempo anche le risorse per coprire i costi degli interventi". Si tratta, in buona sostanza, di delimitare adesso il campo d'azione di Stato e Regioni. Anche per evitare, magari, che un domani vengano sollevate polemiche strumentali. E soprattutto per accogliere nella maniera migliore possibile i profughi ucraini.
Poi c'è Luca Zaia che, da presidente leghista del Veneto, fa presente che i cittadini della Regione che amministra "hanno messo a disposizione quasi 8
mila posti letto per i rifugiati". La disponibilità ad accogliere è totale ma le regole devono essere chiare e condivise. Questa, in estrema sintesi, sembra la richiesta complessiva proveniente dalle Regioni italiane.
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