Renzi va in cerca di alleanze: 'Niente veti a centro e sinistra'

Emorragia di voti nel Pd. Renzi chiede unità: "Non possiamo permetterci liti o baruffe". E apre alla sinistra: "Non possiamo permetterci veti"

Renzi va in cerca di alleanze: 'Niente veti a centro e sinistra'

"Gentili clienti vi ringrazio per aver scelto il treno del Pd, vi informiamo che il treno è in arrivo a Roma, con 25 minuti di anticipo e questo conferma che il Pd è sempre avanti. Vi ringrazio per averci scelta, vi sarò ancora più grato se lo farete a marzo del 2018". Matteo Renzi si improvvisa capotreno dal treno dem che da Portici arriva alla stazione Termini. E scherza con "la squadra" dei ministri che lo accompagna: "Speriamo che vada tutto bene, altrimenti qui serve un rimpasto è bello corposo". Con lui ci sono Dario Franceschini, Marianna Madia, Marco Minniti, Claudio De Vincenti, Valeria Fedeli, Roberta Pinotti e la sottosegretaria Maria Elena Boschi. "È stata una tre giorni bellissima, ora torniamo a Roma. Il treno ripartirà martedì 7 novembre dal Friuli o dal Veneto, poi faremo anche Ferrara", dice rivolgendosi al ministro della Cultura.

L'immagine che Renzi cerca di dare del proprio partito è di una squadra compatta, pronta a confrontarsi con il centrodestra alle prossime elezioni. La verità, però, è un'altra. Negli ultimi cinque mesi il Pd ha bruciato la bellezza di cinque punti. Non solo. Lo strappo del presidente del Senato Pietro Grasso, che nei giorni scorsi ha lasciato i dem, rischia di affossare ulteriormente il Nazareno. Secondo un sondaggio del Giorno, infatti, un eventualemovimento guidato dall'ex magistrato otterrebbe il 15% dei consensi. Voti che andrebbero a erodere il consenso di Renzi. "Serve unità, non possiamo permetterci liti o baruffe - dice il segretario da Pietrasanta - abbiamo una responsabilita istituzionale, sapere che il Pd ha un compito enorme, scommettere su un modello che non è polemica tutti i giorni".

Renzi sa bene che l'unità del Pd non basta a tirar su i sondaggi. E così apre a eventuali alleanze. "Non si possono mettere veti sulle realtà che vengono dal centro - spiega - non possiamo permetterci veti alla nostra sinistra. Se qualcuno pensa che fuori dal Pd si possano combattere battaglie di sinistra...

io penso che fuori dal Pd non ci sia la rivoluzione socialista ma Salvini e Di Maio. Se c'è disponibilità, sia a sinistra che al centro, di creare delle strutture e parlare di contenuti noi ci siamo, ma senza rinunciare alle idee del Pd".

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