Gli sceicchi non rimarranno alla finestra dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea. Sono stati loro in estate a creare la prima grande rivoluzione del pallone, ed entro le prossime settimane presenteranno qualche progetto. Quello forse più scontato prevede l'ingresso dei quattro club controllati dal fondo del principe Bin Salman (nella foto): Al Nassr e Al Hilal di Riyadh e Al Ahly e Al Ittihad di Jeddah) in Star e Golden League (Ceferin gli aveva precluso l'accesso alla Champions).
Non è però da escludere che la risposta di Ryadh possa essere racchiusa nella nascita di una «lega concorrente», costruita sulla falsa riga della Roshn Saudi League, ma estesa, attraverso la formula degli inviti, anche ad alcuni prestigiosi club europei e sudamericani. Di sicuro Manchester City e Paris Saint Germain, corazzate del vecchio continente che viaggiano da anni a suon di petrodollari.
Il siluro lanciato dal tribunale del Lussemburgo è destinato a cambiare la geografia del calcio, con i club che seguiranno sempre più la scia del denaro piuttosto che l'appartenenza a una confederazione. Non ci sarà da stupirci se club arabi giocheranno in Europa, così come vedere all'opera un Real Madrid o un Liverpool tra le dune. La decisione della Corte di Giustizia, che smonta in un colpo solo dogmatismo e monopolio di Uefa e Fifa, azzerando anche il fair play finanziario, apre scenari fino a oggi impensabili anche in ambito di squadre nazionali.
Tanto per cominciare la Russia, sanzionata dall'Uefa dopo l'invasione dell'Ucraina, potrebbe trovare ospitalità in seno all'Afc, la confederazione asiatica, tentativo che nei mesi scorsi non era andato a buon fine. Oggi però ci sono tutte le condizioni per il salto mortale.
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