Con nove anni di ritardo la sinistra "scagiona" i marò

Su Repubblica Manconi si chiede: "E se i marò fossero innocenti?". E scopre che sulla vicenda di Latorre e Girone c'è stata troppa strumentalizzazione ideologica

Con nove anni di ritardo la sinistra "scagiona" i marò

La sinistra rediviva con dieci anni di ritardo. Un protocollo ormai consolidato nel tempo che prevede diverse fasi svolte in rigoroso ordine: demonizzazione (di un fatto o di un personaggio pubblico), strumentalizzazione, faziosità, oblio e, quando nessuno ricorda più il polverone, redenzione. Sta succedendo ancora, stavolta con i marò.

Ha destato scalpore, tanto ma non troppo, l'articolo a firma di Luigi Manconi comparso su Repubblica dal titolo "E se i due marò fossero innocenti?" con la prima parte del pezzo per molti versi tragicomica: Manconi sostiene infatti che sulla vicenda dell'Enrica Leixe del 15 febbraio 2012 ci sia stata troppa strumentalizzazione ideologica. Già, ma strumentalizzazione da parte di chi? Dello stesso fronte liberal-progressista di cui fa parte il quotidiano diretto da Molinari, ovviamente.

Fu proprio la sinistra infatti, nel corso del tempo, a nicchiare su qualsiasi tentativo di affermare la propria giurisdizione da parte di uno stato sovrano, l'Italia, e di difendere fino a prova contraria il buon nome di due fucilieri della nostra Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati dell'uccisione di due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala.

Fu proprio la sinistra a non rendersi conto della gravità della detenzione (con rischio di pena di morte) dei marò in India.

Fu proprio la sinistra a contrapporre in modo polemico alla vicenda dei due marò la ricerca di giustizia per l’omicidio di Giulio Regeni. Come fosse un derby.

E fu proprio la sinistra, a coniare, come sempre, slogan come il celebre "e allora i marò?" buono per tutte le stagioni, proprio come "e allora le foibe?" o "e allora Bibbiano?", usati per sminuire le argomentazioni di quanti spingono per una sacrosanta ricerca della verità su casi drammatici, dolorosi, scioccanti.

Per non parlare del background politico piuttosto palese degli odiatori seriali del web che nel corso degli anni ne hanno dette di tutti i colori alle famiglie dei marò, palesando una volta di più quella storica e peculiare ostilità verso gli uomini in divisa da parte degli antagonisti.

Come ricorda Manconi, il 21 maggio del 2020 l'Arbitrato dell’Aja alla quale l’Italia e l’India avevano affidato il compito di risolvere la controversia, ha riconosciuto l'immunità funzionale a Latorre e Girone. Quali funzionari italiani impegnati nello svolgimento della propria missione, difendere un mercantile dai pirati, pertanto, Nuova Delhi non avrebbe avuto diritto di esercitare giurisdizione.

In attesa del processo davanti a un tribunale italiano, com'era giusto che fosse sin dall'inizio, Manconi, citando "l’esame della documentazione disponibile fatta da Alessandro Paccione per conto di A Buon Diritto Onlus, un libro molto rigoroso di Toni Capuozzo, edito da Mursia", si chiede: "E se fossero innocenti?".

Una domanda normale, in uno stato di diritto, che peraltro Il Giornale si è posto fin da subito, salvo per qualcuno con la tendenza da manettaro per partito preso. Un fronte, di nuovo, tipico proprio della sinistra che fa ideologia omettendo fatti inconfutabili. Come le perizie balistiche (calibro dei proiettili diverso da quello delle armi in dotazione ai fucilieri) che scagionano i marò dalle accuse mosse dai pescatori della St. Antony, uniche "prove" utilizzate contro Latorre e Girone.

Nel processo si terrà conto di tutto ciò, come pure della conformità tra i proiettili che hanno ucciso i due pescatori e quelli in uso da parte della guardia costiera dello Sri Lanka e della possibile presenza in quelle stesse acque di un’altra imbarcazione, battente bandiera greca, la Olympic Flair, che avrebbe subito un tentativo di abbordaggio da parte di pirati nello stesso giorno del caso dell’Enrica Leixe.

Insomma, man mano che i nodi

iniziano a venire al pettine, e che la nube intorno al caso sembra diradarsi, qualcuno prepara il terreno all'eventualità che le ragioni dei marò possano essere dimostrate davanti a un giudice. Italiano.

E allora la sinistra?

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