Il nuovo Zar lancia una proposta di soluzione del conflitto, irricevibile, in occasione del G7 e della conferenza di pace in Svizzera, dove la Russia non è invitata. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, risponde a muso duro sostenendo che sono «messaggi da ultimatum, la stessa cosa che ha fatto Hitler». Putin rincara la dose dando del «ladro» all'Occidente per l'utilizzo degli asset russi congelati a favore di Kiev. Sembra che non ci sia alcuno spiraglio per la luce in fondo al tunnel, ma dietro la sparata di Vladimir Putin salta fuori una frase emblematica che parla di «risoluzione finale» del conflitto piuttosto che «congelarlo». I russi non escludono un congelamento della linea del fronte? I sette grandi riuniti in Puglia e la conferenza in Svizzera, che inizia domani e andrà avanti domenica, sono un'occasione ghiotta per il Cremlino. Intanto le dichiarazioni finali del G7 esortano «tutti i paesi ad osservare la tregua olimpica individualmente e collettivamente, come prescritto dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite». «Non appena Kiev inizierà l'effettivo ritiro delle truppe dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhia e notificherà l'abbandono del suo piano di adesione alla Nato, daremo immediatamente l'ordine di cessare il fuoco e di avviare negoziati» ha dichiarato il presidente, Vladimir Putin, parlando ai dirigenti del Ministero degli Esteri russo. Una rara presa di posizione, che però, proposta così, è irricevibile. In pratica le truppe di Kiev dovrebbero ritirarsi dalle quattro regioni contese e lasciarle nelle mani dei russi. Solo Lugansk è quasi completamente occupata, ma per Donetsk, l'altra provincia del Donbass, gli ucraini tengono con le unghie e con i denti oltre il 30% del territorio. Dal capoluogo, Kherson, le truppe di Mosca si sono ritirate nel novembre 2022 per evitare di venire stritolate in una sacca. Zaporizhia è contesa a metà ed i russi controllano la centrale atomica. Zelensky ha respinto con sdegno la proposta dichiarando a Sky Tg24, che «il nazismo ha il volto di Putin». E ha aggiunto che «non possiamo credere a questi messaggi perché Putin fa lo stesso percorso, oggi parla di quattro regioni, mentre prima c'erano solo la Crimea e il Donbass». Del Donbass fanno parte due delle regioni contese, Donetsk e Lugansk.
Il segretario della Difesa americano, Llyod Austin, ha sottolineato che «Putin non è nelle condizioni di dettare la pace» perché «se volesse potrebbe fare finire la guerra oggi» fermandosi o addirittura ritirandosi dai territori occupati. Il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha chiuso al porta sostenendo che «non è una proposta di pace. È una proposta per più aggressioni, più occupazione». Però fra le righe del discorso lanciato ad hoc, il presidente russo avrebbe accennato all'unica alternativa possibile, il «congelamento» del conflitto. Una soluzione alla coreana con il 38imo parallelo, che sottobanco viene discussa dalle diplomazie. Oggi e domani avrà luogo in Svizzera una conferenza di pace «monca», senza il nemico russo e neanche il suo più stretto alleato, la Cina interessata a trovare una via d'uscita negoziale. Sui 160 inviti hanno risposto in novanta è metà sono Paesi europei. Non ci sarà neanche il presidente americano, Joe Biden, che subito dopo il G7 volerà a Los Angeles per una raccolta fondi. Al suo posto arriverà la vicepresidente Kamala Harris. Il presidente francese, il cancelliere tedesco, il premier britannico parteciperanno assieme a Giorgia Meloni. La conferenza, però, è una riedizione del piano di dieci punti ucraino che assomiglia ad una richiesta di capitolazione della Russia. Solo in un secondo tempo sarebbero invitati i russi a negoziare, ma difficilmente accetteranno e ci saranno sviluppi concreti.
Putin ha bollato il vertice in Svizzera come un «trucco per distrarre tutti».
E ha attaccato duramente la decisione del G7 di utilizzare i profitti degli asset russi congelati in Europa per finanziare l'Ucraina con 50 miliardi di dollari nel 2024. «Anche se abbelliamo le cose, il furto resta un furto e non rimarrà impunito» ha tuonato il nuovo Zar.
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