Il pacifista radicale che ha sconfitto pure la morte dopo giorni di coma

Michele De Pascale rappresenta l'ultima generazione di una classe dirigente che si è formata nella grande palestra delle amministrazioni locali

Il pacifista radicale che ha sconfitto pure la morte dopo giorni di coma
00:00 00:00

Bandiere arcobaleno e gavetta rossa. Michele De Pascale (nella foto), il neo governatore trentanovenne dell'Emilia-Romagna, è un prodotto perfetto di una delle pochissime regioni d'Italia rimaste fedeli alla geografia politica del Dopoguerra. Lui rappresenta l'ultima generazione di una classe dirigente che si è formata nella grande palestra delle amministrazioni locali.

Dipendente in aspettativa di una cooperativa, studente universitario che non trova il tempo di finire medicina, De Pascale scopre l'impegno civile quando la guerra sconvolge l'Iraq. Lui è contrario e convince gli studenti del liceo Righi di Cesena, la sua città, ad esporre i vessilli della pace. Nel corso di una manifestazione organizzata dai sindacati, gli mettono fra le mani un microfono e comincia a parlare.

È il suo battesimo nell'arena. De Pascale sta dalla parte giusta, ovvero quella che da Piacenza a Rimini ha sempre dato le carte e scala le gerarchie tappa dopo tappa, seguendo un serrato cursus honorum. È consigliere comunale a Cervia, intanto sposa Laura Casadio, figlia dell'ex presidente della provincia di Ravenna, che gli dà due figli, e si trova in rampa di lancio. Nel 2011 però un colpo di sonno alla guida dell'auto gli è quasi fatale: resta dieci giorni in coma. Poi si riprende.

Per qualche giornale è l'uomo che visse due volte. Di sicuro è ancora più importante il secondo incidente stradale che gli cambia la vita: muore Enrico Liverani, candidato sindaco del Pd a Ravenna, ed è costretto a prendere il suo posto in corsa.

Nel 2016 diventa dunque sindaco di Ravenna, viene confermato al secondo mandato, affronta prove durissime come l'alluvione ed è in prima fila nella bagarre per la

ricostruzione, una straordinaria vetrina nazionale. È solo questione di tempo: le dimissioni di Stefano Bonaccini sono l'occasione per il grande salto. «Siamo una terra ferita - le prime parole - ora ci mettiamo a lavorare».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica