Si dimette per un bullone nel panino, definito «un colpo al cuore» ma rivendica di aver rispettato nel suo mandato l'idea di un pasto «sano, buono, educativo, giusto e sostenibile». Dopo quattro anni lascia Bernardo Notarangelo (che resta fino alla nomina del sostituto), presidente di Milano ristorazione, la società partecipata comunale che gestisce le mense scolastiche delle scuole milanesi con 80mila pasti al giorno ma fornisce anche cibo per anziani, disabili, senzatetto. In una lettera indirizzata alle famiglie il manager parla di «ragioni in larga parte di natura personale» ma si rivolge all'alunno delle elementari Rinnovata Pizzigoni che ha trovato un pezzo di metallo nel suo pranzo al sacco: «Ho due figli meravigliosi, ormai grandi, che hanno frequentato come te le scuole pubbliche di Milano e mangiato i pasti di Milano Ristorazione. Quando ho appreso del panino ho pensato a te e ho pensato a loro. Le responsabilità saranno accertate, ma quella vite nel tuo panino non doveva esserci». Nei giorni scorsi Notarangelo era finito nel mirino degli alunni dell'istituto Giusti d'Assisi, in sciopero «vegetariano» contro la carne servita in mensa, e a loro risponde ma senza citarli: «Il grado di cottura della carne non è lasciato alla libera interpretazione del cuoco.
Il rispetto delle procedure è molto rigorosa, le materie prime sono di ottima qualità, le attività di cucina altamente proceduralizzate, gli standard igienico-sanitari elevati, il personale formato», scrive. Alla vicesindaco Anna Scavuzzo l'onere di trovare un sostituto.
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