È il Sommo Pontefice, venerato dal mondo cristiano e conosciuto in ogni angolo del pianeta. Ma in fondo è anche un vecchietto di anni ottantuno, con tutti gli acciacchi del caso. E così Jorge Mario Bergoglio, nome in codice Francesco I, dovrà operarsi di cataratta. Lo ha annunciato lui stesso ieri quasi per caso, quasi en passant, ai detenuti del carcere romano di Regina Coeli dai quali è andato in visita prepasquale. I primi a incontrare il pontefice sono stati i detenuti ricoverati nell'infermeria, a cui Bergoglio ha parlato della necessità di «rinnovare lo sguardo, perché questo fa bene». E ha proseguito specificando che lui lo farà davvero: «Alla mia età vengono le cataratte e non si vede bene la realtà. L'anno prossimo devo fare l'intervento».
La giornata nel carcere al centro di Roma è proseguita con il rito della lavanda dei piedi, al quale si sono sottoposti dodici detenuti-apostoli di varie nazionalità, etnie e religioni; tra gli altri anche due musulmani e un buddista. Il rito ha un preciso significato nella tradizione prepasquale e richiama quella rivoluzione voluta da Gesù Cristo che, trasgredendo alle regole, si mette a fare un lavoro umiliante e infatti fino ad allora di competenza degli schiavi. «Gesù - fa notare il pontefice - capovolge l'abitudine storica e culturale dell'epoca ma anche di oggi, un bravo capo, sia dove sia, deve servire». «C'è gente che soffre, che è scartata dalla società, almeno per un tempo, e Gesù va a li a dirgli: Tu sei importante per me. Gesù viene a servirci, e ha voluto scegliere dodici di voi per lavare i piedi. Gesù rischia su ognuno di noi, non si chiama Ponzio Pilato, non sa lavarsene le mani, sa solo rischiare».
Ieri Papa Francesco ha anche incontrato a pranzo in Vaticano, presso l'abitazione del sostituto della Segreteria di stato,
monsignor Angelo Becciu, dieci parroci romani. Un appuntamento informale, che serve al vescovo di Roma per conoscere i problemi della diocesi e della città. E c'è da scommettere che non siano mancati né gli uni né gli altri.
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