Parigi torna in piazza contro gli abusi della polizia e si trasforma nell'ennesima vetrina per «casseur». Lacrimogeni contro i gendarmi, decine di arresti e un inedito faccia a faccia tra anti-razzisti e (pochi) membri del gruppo di estrema destra «Génération identitaire». L'associazione, nota per le azioni contro i migranti al confine franco-italiano nella primavera del 2018, sventola uno maxi-striscione provocatorio con scritto «White Lives Matter», contrapponendosi al flash-mob (più numeroso) degli attivisti ispirati al «Black Lives Matter». Di fatto, «ingabbiati» a Place de la République dalla polizia. Sono almeno 15 mila.
Prima in ginocchio, poi in corteo. Sotto l'egida del comitato Adama Traoré, guidato dalla sorella del ragazzo deceduto dopo un fermo di polizia nel 2016, da 12 giorni chiedono giustizia a colpi di slogan. Sfidano gli agenti. Cominciano a muoversi verso l'Opéra, chiedendo pene severe. Le divise li circondano. Inevitabile lo scontro con i black-bloc in prima linea, che escono dalla piazza a colpi di sampietrini.
«Non rispondete alle provocazioni», grida Assa Traoré. «Dal 2 giugno, la Francia ha riconosciuto che esiste razzismo nella polizia e nella gendarmeria. È una vittoria» dice ancora al microfono. Con i «Black Lives Matter», perlopiù giovani della banlieue, c'è anche il frontman della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon (France Insoumise): «La polizia deve cambiare attitudine». Intanto parte della piazza lancia pietre e oggetti sui gendarmi. Pioggia di lacrimogeni che si prende i titoli dei tg. Scontri anche a Marsiglia e Lione, Bordeaux e Montpellier. Marine Le Pen denuncia la «codardia» del potere. La leader del Front national pubblica su Twitter un video delle tensioni in corso ieri a Parigi: «Ciò che sta succedendo è il risultato dell'inazione di fronte agli anti-razzisti e all'estrema sinistra anti-polizia: violenza, sommosse, furia nel cuore di Parigi. Non esiste più alcuna autorità statale», scrive ricordando come sia tuttora in vigore il divieto di assembramento per più di dieci persone.
La polizia protesta a sua volta contro il governo, visto il cambio di rotta deciso dal ministro dell'Interno che ha messo al bando il ricorso al cosiddetto «soffocamento». Ciononostante, ieri le divise erano in piazza a rispondere alla rabbia di chi usa i cortei per rompere e incendiare mezza Francia. La prefettura parla di «colpi di mortaio e lanci di proiettili» contro la polizia proprio mentre i media rendono nota una circolare indirizzata ai poliziotti dal ministro dell'Interno: due pagine per cambiare le regole dei fermi recapitate alla vigilia del nuovo sabato di protesta. Cosa prevede? Oltre alla messa la bando della cosiddetta tecnica del soffocamento, che non sarà più «né insegnata né praticata», Cristophe Castaner annuncia condanne esemplari per sospetti atti di razzismo delle forze dell'ordine, con o senza chiusura dell'inchiesta disciplinare.
«Sospensioni senza inchiesta? Abbiamo un problema di presunzione di innocenza» tuonano i sindacati. Il giorno prima le divise avevano poggiato le manette a terra contro le nuove norme che limitano l'uso della forza nei fermi. Ma Castaner ha confermato la soppressione del «soffocamento».
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