Parigi chiude i bar (ma non i ristoranti). E a New York lockdown in 9 quartieri

In Francia da domani la capitale diventa una "zona scarlatta" De Blasio: "C'è un problema eccezionale, dobbiamo agire"

Parigi chiude i bar (ma non i ristoranti). E a New York lockdown in 9 quartieri

Ha le ore contate la vita notturna di Parigi. La capitale francese potrebbe essere «chiusa» da un momento all'altro. La decisione del governo francese, è filtrata nella tarda serata di ieri: chiusi i bar, ma non ristoranti. Parigi è la città che più di altre sta trainando la crescita dei contagi nell'Esagono, che ieri ha toccato i 12.565 nuovi casi (dopo i 16.972 di sabato), con un tasso di positività del 7,9 per cento, oltre tre volte quello italiano. E l'Eliseo sta mettendo a misure drastiche, come la chiusura dei bar, che già chiudono alle 22.

A Parigi, dove vige l'obbligo di indossare le mascherine anche all'aperto e nei luoghi di lavoro, il tasso dei contagi è aumentato drasticamente, così come quello dei letti occupati nelle terapie intensive. E negli ospedali pubblici sono già stati cancellati tutti i permessi per ferie del personale. «Se l'aggravamento proseguirà», ha dichiarato in precedenza il ministero della Salute, «non avremo altra scelta che dichiarare Parigi e la regione in allerta massima». La capitale diventerà zona «scarlatta» - da domani - ma nel braccio di ferro i ristoratori hanno riportato una piccola soddisfazione con danni limitati per loro, saranno rafforzate le misure di contenimento (più misurazioni della temperatura e limiti a otto persone) ma i locali restano aperti.

Un'altra città nella bufera è Marsiglia, dove da qualche giorno i ristoranti sono chiusi, decisione che ha provocato proteste molto accese da parte della categoria. Il presidente della regione Paca (Provenza, Alpi, Costa Azzurra) Renaud Muselier ha ieri auspicato una riapertura dei locali con procedure sanitarie rafforzate (come per Parigi): «Penso che si potrà riaprire a Marsiglia e che i ristoranti del resto della Francia tra il pranzo e la cena non saranno chiusi ma dovranno applicare un nuovo protocollo sanitario».

Proteste anche in Germania, dove nel Sud del Paese decine di migliaia di persone hanno manifestato contro le restrizioni imposte dalla pandemia di coronavirus. Si parla di 11mila persone scese in piazza a fronte delle 200mila attese dagli organizzatori. Le autorità avevano vietato l'uso della bandiera imperiale tedesca del Reich, un simbolo usato dai neonazisti e da altri gruppi di estrema destra come alternativa alla bandiera con la svastica.

Gli Stati Uniti restano il paese più colpito, con oltre 7,6 milioni di casi dall'inizio dell'emergenza sanitaria (sui 35 milioni mondiali) e circa 50mila contagi sabato. Dopo i significativi aumenti di contagi di Covid-19 in nove quartieri dei borough di Brooklyn e Queens, le autorità di New York City hanno proposto di chiudere le scuole, i ristoranti e i negozi non essenziali in quelle aree. Lo ha annunciato il sindaco Bill de Blasio, prevedendo che la misura sia imposta da mercoledì. «Di fronte a nuove informazioni, dobbiamo agire. Non metteremo a rischio i progressi che abbiamo fatto - ha detto de Blasio - Abbiamo un problema eccezionale, qualcosa che non abbiamo visto dalla primavera», ha detto ancora il primo cittadino». Secondo il New York Post le misure di blocco riguarderanno 500mila persone, come non accadeva da metà marzo.

Infine un salto in Israele, dove la ministra della Protezione dell'ambiente Gila Gamliel è

risultata positiva, quarta esponente del governo, e dove continua il lockdown malgrado il numero di contagi in lieve calo (ieri 2.576) spinge il premier Benjamin Netanyahu ad aprire uno spiraglio a qualche timida riapertura.

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