Parisi stronca la Lega Berlusconi fa il pompiere e predica l’unità a destra

Il manager oggi a Padova: «Una coalizione a trazione leghista non va». Il Cav: tutti per il No

Parisi stronca la Lega Berlusconi fa il pompiere e predica l’unità a destra

Berlusconi fa il pompiere e predica unità ma il centrodestra s’infiamma. Le aspirazioni alla leadership di Salvini scuotono Forza Italia e rischiano di mettere a repentaglio l’unità della coalizione. Una parte dei colonnelli azzurri tremano di fronte a questa ipotesi e farebbero di tutto per mantenere la liaison con il Carroccio e Fratelli d’Italia. Un’altra parte, invece, non gradisce l’inseguimento della Lega, considerata troppo populista e radicale. In più ci si mette pure Stefano Parisi che stronca le aspirazioni leaderistiche di Salvini: «Un centrodestra a trazione leghista non funziona: significa perdere e consegnare il Paese a Grillo». Giornate all’insegna della tensione nel centrodestra. Già all’alba fa rumore l’intervista del governatore della Liguria, Giovanni Toti. Lui, l’azzurro più filoleghista che c’è e che oggi (l’unico, ndr.) parlerà dal palco di Firenze accanto a Matteo, è netto: «Non abbiamo molto tempo - denuncia -. O facciamo una federazione o quel partito repubblicano più volte citato da Berlusconi». Partito unico con Salvini, insomma. Poi parla di un’assemblea costituente di tutto il centrodestra e graffia Parisi: «Mi sembra intento a lavorare ad altro, a un’area moderata sulla quale nutro qualche perplessità». Concetti che non devono aver fatto molto piacere ad Arcore. Fatto sta che ieri, alla manifestazione di Genova organizzata proprio da Toti, alla fine daranno forfait due big azzurre come Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Presenti, invece, i due capigruppo di Camera e Senato, Brunetta e Romani e il senatore Marco Marin. Un modo per non alimentare fratture e divisioni che il Cavaliere non ha mai amato. Ecco perché proprio Berlusconi recapita a Genova un messaggio di saluto che è un inno all’unità: «Il centrodestra è unito nella battaglia per il No come è unito a guidare la tua Liguria. Questo è un dato politico importante per oggi e per il futuro», dice. E ancora: «Mando un saluto a tutti gli amici del comitato del No, ai rappresentanti dei partiti alleati, Lega Nord e Fratelli d'Italia, ai rappresentanti dei movimenti e delle associazioni coinvolte nella battaglia referendaria». Quindi lancia un messaggio per tranquillizzare gli esponenti più anti renziani della coalizione: «La riforma di Renzi è nata come un abito su misura per lui e per il suo partito, riduce gli spazi di democrazia senza ridurre né i costi né le inefficienze e potrebbe portare a effetti molto pericolosi fino alla negazione della democrazia. Il governo ha fallito e dopo la vittoria del No, con una legge elettorale diversa, si ridia la parola agli italiani». Insomma, il Cavaliere vuole tenere tutti insieme ma è evidente che soffra l’eccessivo protagonismo di Salvini considerato inadatto a rappresentare tutto l’elettorato moderato. In sostanza quello che ha detto in chiaro Stefano Parisi: «Forza Italia dovrà decidere da che parte stare e lo cominceremo a capire fra poche ore». E ancora: «Toti? Dice le stesse cose di Salvini, non mi stupisce affatto che vada in Toscana e non venga in Veneto». Già, perché proprio oggi, mentre Salvini arringherà la folla di Firenze, Parisi sarà a Padova dove si prevedono annunci importanti. Non sarà soltanto una delle tante tappe di Megawatt ma un momento di svolta. Anche perché, dice Mister Chili: «Il nostro futuro si gioca adesso, non fra qualche mese». E ancora: «Un centrodestra a trazione leghista, anzi, a trazione leghista salviniana, è destinato a non intercettare i voti moderati e quindi a perdere. Appiattirsi sul Carroccio vuol dire semplicemente consegnarsi a Grillo».

Ma se Schifani applaude: «Con la Lega abbiamo dei valori che ci diversificano. A me piace parlare, invece, dei nostri valori e di come rafforzarli. Noi facciamo parte del Popolari europei», Brunetta graffia: «Parisi chi? Chi è Parisi? Non lo conosco, non è di Forza Italia

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