Il parlamento europeo dichiara l'Ue "zona di libertà Lgbtiq"

In mezzo a una pandemia devastante, il Parlamento europeo trova il tempo di discutere e dichiarare l'Unione europea una "zona di libertà Lgbtiq" per punire Polonia e Ungheria

Il parlamento europeo dichiara l'Ue "zona di libertà Lgbtiq"

Se sui vaccini, ossia la sfida più importante degli ultimi anni, l'Unione europea ha clamorosamente fallito facendosi superare da mezzo mondo (Stati Uniti e Israle in testa) c'è una cosa sulla quale le farraginose istituzioni comunitarie investono sempre un sacco di energie: le trovate propagandistiche. In mezzo a una pandemia che sta falcidiando la già sofferente economia europea, il Vecchio Continente ha ben pensato di ammiccare gay, trans e lesbiche e di dare sostegno alla propaganda Lgbt. Come riporta il comunicato del Parlamento europeo, i deputati hanno dichiarato l'Ue "zona di libertà Lgbtiq" in risposta all'arretramento sui diritti di gay e lesbiche in alcuni Paesi Ue, in particolare, sostiene il Parlamento Ue, "in Polonia e Ungheria".

In una risoluzione adottata giovedì, con 492 voti favorevoli, 141 contrari e 46 astensioni, il Parlamento ha dichiarato l'Ue una ''Zona di libertà Lgbtiq'', a due anni dalla prima "zona esente da Lgbtiq" dichiarata da un’autorità polacca. Da marzo 2019, più di 100 regioni, scontee e comuni polacchi, sottolinea il Parlamento europeo, "hanno adottato delle risoluzioni in cui si dichiara di essere esenti dall'"ideologia" Lgbtiq. Secondo queste risoluzioni, i governi locali dovrebbero astenersi dall'incoraggiare la tolleranza verso le persone LGBTIQ e bloccare i finanziamenti alle organizzazioni che promuovono la non discriminazione e l'uguaglianza". I deputati sottolineano anche che queste zone "siano parte di un contesto nazionale più ampio" in cui la comunità Lgbtiq in Polonia "è soggetta a un aumento di attacchi discriminatori e, in particolare, a un odio crescente da parte delle autorità pubbliche, dei funzionari eletti" (compreso l'attuale presidente), e dei media filo-governativi. I deputati disapprovano anche "gli arresti degli attivisti e gli attacchi e divieti alle marce del Pride".

La volontà del Parlamento europeo è di sanzione Polonia e Ungheria. Anche se la Commissione ha respinto le domande di finanziamento Ue nell'ambito del suo programma di gemellaggio tra città polacche che hanno adottato tali risoluzioni, sottolinea sempre il comunicato, "i deputati sollecitano l'Istituzione ad andare oltre". La Commissione, osservano, "dovrebbe usare tutti gli strumenti", comprese "le procedure di infrazione", l'articolo 7 del trattato sull'UE, così come "il regolamento adottato recentemente sulla protezione del bilancio Ue" e il rispetto dello Stato di diritto, al fine di "porre rimedio alle violazioni dei diritti fondamentali delle persone Lgbtiq" nell'Ue.

Si deduce pertanto che per il Parlamento europeo è di fatto obbligatorio sostenere e incoraggiare la propaganda Lgbt nel proprio Paese: ideologia ultra-progressista che vuole imporre a tutti i suoi stati membri attraverso iniziative come questa.

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