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Brutte abitudini a Montecitorio

La contestazione al Decreto legge sui banchi del governo
La contestazione al Decreto legge sui banchi del governo

Maledetta tecnologia, che ha fatto sparire quasi del tutto quei bei lenzuoloni di quotidiano dai banchi di Montecitorio e Palazzo Madama. Dietro le colonne piombate qualche vecchio «on» cedeva a Morfeo, qualche ex operaio s'acculturava, D'Alema esercitava l'origami. Oggi soprattutto la Camera assomiglia a un'università occupata da un branco di studenti svogliati. Imperano le cuffiette, specie tra i grillini, così che non ascoltano la noiosa lezione (d'istituzione). Per altri, per fortuna, gli iPad sono diventati armi politiche, capaci di riprendere ciò che accade. Ma per la maggioranza, in senso letterale e non politico, attraverso le diavolerie di Apple, Samsung e Nokia, si può trascorrere il tempo in mille piacevolezze. All'approvazione della legge di Stabilità, i deputati Gennaro Migliore (all'epoca Sel), Salvatore Piccolo (Pd) e Gianni Montiero (Sc) furono beccati in virtù degli schiamazzi a vedere la finale di Supercoppa tra Napoli e Juve (doppio godimento per Migliore, tifoso azzurro).

Tra gli attempati del Senato non è raro scorgere ancora qualche sito di escort, così come alla Camera, durante le notturne, grazie alle meraviglie della tecnologia si può giocare a scopa, scopone, burraco, fare scommesse sui siti inglesi, recuperare la lezione d'inglese perduta su Youtube, parlare con l'amica con Skype. Uso assai particolare di iPad e iPhone è quello ad appannaggio dei grillini, che fin dal primo giorno furono addestrati a non fidarsi gli uni degli altri con la guerra degli scontrini. Oggi i più bravi riescono con facilità a sbirciare le email e gli sms dei compagni (si fa per dire) di banco. Senza vergogna si pratica l'antica arte del delatore. La circostanza è balzata più volte agli onori della cronaca, all'indomani delle espulsioni di Grillo e Casaleggio.

«Ha ricevuto proposte da Renzi via sms!», «Ha mandato una email al deputato di maggioranza»: accuse che una volta si sarebbe detto «da asilo Mariuccia» oggi sono il cuore del dibattito. A dispetto del comune senso della viltà, e del diritto alla riservatezza della corrispondenza tutelato dalla Costituzione. Ah, a saperlo.

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