Il partito della Merkel: multiculturalità addio, gli stranieri si adattino

Per la Cdu gli immigrati devono rispettare leggi e valori del Paese, conoscerne storia e lingua

Il partito della Merkel: multiculturalità addio, gli stranieri si adattino
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L'Unione cristiano-democratica (Cdu) rottama il multiculturalismo: addio al «Multikulti» di Angela Merkel, presidente del partito dal 2000 al 2018 e cancelliera dal 2005 al 2021. Nella proposta di programma presentata dai popolari a Berlino l'11 dicembre, «Vivere in libertà - Condurre la Germania in sicurezza verso il futuro», vi è l'esplicito riferimento a una «cultura dominante» che è quella tedesca. Come il resto della popolazione, gli immigrati dovranno conoscere «senza se e senza ma» storia, tradizioni e lingua della Germania, nonché la sua responsabilità per la seconda guerra mondiale e la Shoah. A questo impegno si unisce quello al riconoscimento del diritto di Israele all'esistenza.

È così che la Cdu suona la carica, in vista delle elezioni europee del 9 giugno 2024 e di un possibile voto anticipato in Germania. Si tratta di un netto segnale di discontinuità nella svolta a destra intrapresa da Friedrich Merz, presidente della Cdu dal 2022, dopo il centrismo merkeliano. Non è solo una rottura con il passato, ma anche un assalto al futuro. La Cdu vuole sottrarre voti all'ultradestra di Alternativa per la Germania (Afd) e tornare al governo. In caso di elezioni anticipate del Bundestag, «siamo di nuovo capaci di governare», ha dichiarato il segretario generale dei popolari Carsten Linnemann, secondo cui «il Paese è instabile, la gente insicura e ha bisogno di risposte». L'obiettivo è fornire «orientamento e sostegno» sulla base di «valori», in una visione cristiana come «linea guida». Nella proposta di programma del principale partito di opposizione al Bundestag si evidenzia quindi come soltanto i musulmani che «condividono i nostri valori sono parte della Germania», a cui «la Shariah non appartiene». I fedeli dell'Islam devono impegnarsi per il rispetto della dignità individuale, dei diritti umani e fondamentali, dello Stato di diritto, della tolleranza e del diritto di Israele all'esistenza.

La Cdu vuole sostituire al «Multikulti» un «patriottismo cosmopolita». In questa prospettiva, tutti i bambini di quattro anni figli di immigrati dovranno sostenere un test obbligatorio di lingua tedesca. Per i popolari, quanti entrano in Germania devono rispettarne «valori e leggi», il terrorismo islamico e l'islam politico sono «pericoli sottovalutati» da perseguire con tutti i mezzi dello Stato e i governi stranieri non dovranno poter esercitare un'influenza diretta sui musulmani tedeschi.

La rivoluzione conservatrice dei popolari riguarda anche il contrasto all'immigrazione clandestina nell'Ue e ha un fronte culturale, con il rifiuto del linguaggio di genere. Per fermare i migranti illegali, le frontiere esterne dell'Ue devono essere «completamente monitorate con dispositivi elettronici» e la loro protezione deve avvenire mediante «costruzioni e tecnologie», ove necessario. In futuro, «tutti» i richiedenti asilo nell'Ue dovranno presentare le domande in Paesi terzi sicuri, dove attenderanno l'esito della procedura.

I migranti bisognosi di protezione internazionale dovranno essere distribuiti in tutta l'Unione europea con un sistema di quote. Sul fronte del contrasto al gender, la Cdu propone che soltanto il tedesco ufficiale venga utilizzato in «tutte» le istituzioni statali, nonché dalle tv e radio pubbliche.

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