Dopo il tour de force della guerra, BoJo oggi torna in Parlamento. E non sarà il rientro eroico in cui il Primo Ministro britannico, ormai bandito dalla Russia, confidava. Dovrà spiegare che cosa intende fare dopo essere stato sanzionato per aver violato le regole anti Covid insieme alla moglie, al Tesoriere Sunak e a molti dello staff di Downing Street. Il Partygate e i suoi veleni erano quasi scivolati sotto il tappeto, ma ora i nodi vengono al pettine. Se non altro, perché all'orizzonte ha il voto amministrativo del 5 maggio. Il fatto che il suo nome sia stato «dimenticato» nei manifesti della campagna dei Conservatori gallesi e scozzesi parla da sé. Un sondaggio effettuato per il Times ha chiesto a 2mila persone di esprimere la propria opinione sul Primo Ministro. Il 72% ha utilizzato definizioni negative e la parola più utilizzata è stata «bugiardo». Sul Partygate, il giorno di Pasqua sempre il Sunday Times aveva riferito che BoJo avrebbe addirittura organizzato la festa d'addio del suo ex direttore della Comunicazione. Un'ipotesi che Downing Street nega. Si sa che oggi il Primo Ministro rinnoverà le sue scuse.
Alla Camera si continua a chiedere di deferire Johnson alla Commissione preposta, ma probabilmente lo Speaker dei Comuni attenderà la fine della sua relazione per mettere ai voti la questione. Sullo sfondo rimarranno altre questioni scomode come la polemica sul piano per combattere l'immigrazione clandestina, con la deportazione dei migranti economici in Ruanda.
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