«Per il bene di Eitan». È il «messaggio» della sentenza che chiude il fronte penale delle liti familiari sul destino del piccolo sopravvissuto all'incidente del Mottarone.
Il nonno materno Shmuel Peleg patteggia la pena (sospesa) di un anno e otto mesi più un risarcimento di 53mila euro destinati a cure e istruzione del bimbo per le accuse di sequestro di persona, sottrazione internazionale del minore e appropriazione indebita del passaporto, per due mesi in meno l'autista e presunto complice Gabriel Alon Abutbul. I fatti sono quelli dell'11 settembre 2021 quando Eitan venne sottratto dai due imputati alla zia materna e allora tutrice Aya dall'abitazione nel Pavese per essere imbarcato su un aereo verso Israele. Nelle motivazioni lette dopo il dispositivo della decisione con cui ha ratificato i patteggiamente, il gup di Pavia Pietro Balduzzi ha scritto, così hanno riferito i legali presenti nell'aula a porte chiuse, che Eitan era «felice» di andare nel suo Paese d'origine e non ha subito «violenze o coercizione» dal nonno.
Non proprio tutte le crepe però si sono ricomposte. «Se questa soluzione può aiutare il futuro del bambino naturalmente siamo tutti contenti. Però noi siamo anche sgomenti per la pena patteggiata, molto bassa rispetto alla vicenda - è il commento degli avvocati di Aya, Emanuele e Giuseppe Zanalda -. Con la decisione presa oggi non sapremo mai la verità sul denaro utilizzato per organizzare il rapimento e su come sia stato possibile passare la frontiera e raggiungere l'aeroporto di Lugano, da dove è partito l'aereo per Israele».
E sull'ipotesi che il bambino potesse essere felice di stare col nonno, Giuseppe Zanalda commenta che «non può essere considerata attendibile, a livello legale, la testimonianza di un minore che abbia meno di 14 anni».
Parlano invece di «bene del minore e della famiglia» Sara Carsaniga e Mauro Pontini, legali del nonno, che invece non vogliono commentare le considerazioni sulla pena che sarebbe bassa. «I legali di Aya sono responsabili di quanto sostengono. Ribadiamo che il nonno, quando è andato a prendere il bambino, pensava di fare un'azione legittima». Si era già sfilato dalla scorsa udienza Fabrizio Ventimiglia che aveva ritirato la costituzione di parte civile per conto di Eitan «contro» il nonno sempre in nome della pace familiare. Oggi in udienza ho revocato la costituzione di parte civile anche nei confronti del signor Alon a seguito dell'intesa raggiunta.
«Dopo molti mesi dal disastro che ci ha colpito abbiamo deciso di mettere fine all'estenuante processo legale con un accordo fatto per scelta», ha aggiunto Shmuel Peleg confermando il patteggiamento nel suo processo.
Ma non è finita qui. I due rami della famiglia sono «rivali» anche nella procedura per l'adozione del bambino e sul piano della giustizia civile potrebbero registrarsi altre iniziative.
E le dichiarazioni del nonno rilasciate ieri in
serata lo confermano. «La mia famiglia ed io continueremo a concentrarci sugli sforzi per adottare Eitan e portarlo in Israele dove è casa sua», ha ribadito deciso ad andare avanti e a portare il bambino via dall'Italia.
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