Un nuovo studio americano sulle origini del Covid-19 collega il primo caso noto di infezione al mercato Huanan di Wuhan, dove venivano venduti anche animali selvatici, e posticipa di otto giorni la data in cui la malattia si è manifestata in quello che fino a oggi è considerato il «paziente zero», portandola dall'8 al 16 dicembre 2019.
La rivista Science riporta in sintesi lo studio, pubblicato dall'Associazione Americana per il Progresso della Scienza (AAAS), realizzato dal virologo Michael Worobey, professore di Ecologia e Biologia Evolutiva dell'Università dell'Arizona. Secondo quest'ultimo il primo caso noto di Covid-19 è quello di una venditrice del mercato, che si sarebbe ammalata l'11 dicembre 2019 e non di un uomo, che non ha mai avuto legami con Huanan. Questo cancellerebbe definitivamente le speculazioni fatte dall'inizio della pandemia, di un virus creato in laboratorio. Pur non essendoci prove definitive, le nuove informazioni sembrano infatti collegare il virus a un'origine animale.
Nello studio il virologo ha analizzato i casi riportati da due ospedali prima che fosse emanata l'allerta: le infezioni erano largamente collegate al mercato, e quelle che non lo erano comunque concentrate nei suoi pressi. «In una città di 11 milioni di abitanti, metà dei primi casi sono collegati a un posto che è grande quanto un campo di calcio - ha commentato New York Times -. Diventa difficile spiegarne il modello, se il virus non è cominciato al mercato». Tesi appoggiata anche da Peter Daszak, uno dei membri del team dell'Oms, che ha visitato Wuhan a inizio 2021 per le indagini sull'origine del Covid. «La data dell'8 dicembre - ha detto al new York Times - era un errore».
Per arrivare a questi risultati, lo studio ha attinto a una miriade di fonti ed è stata fatta una panoramica degli eventi cruciali che si sono verificati tra dicembre 2019 e gennaio 2020 a Wuhan. La cronologia collega i primi casi proprio al mercato ittico Huanan, dove venivano venduti animali vivi. Per Worobey ci sarebbe stato un salto di specie del virus dagli stessi all'uomo. Ma purtroppo nessun mammifero vivo raccolto di Huanan è stato sottoposto a screening per virus correlati a SARS-CoV-2 e il mercato è stato chiuso e disinfettato subito dopo. Nonostante questo, per il virologo americano la maggior parte dei primi casi sintomatici erano collegati alla sezione occidentale del mercato, in cui venivano ingabbiati animali noti per essere sensibili ai coronavirus.
«Anche se potrebbe non essere mai possibile recuperare virus correlati dagli animali se non sono stati campionati al momento dell'emergenza - concle lo studio - la prova conclusiva di un'origine al mercato di Wuhan dalla fauna selvatica infetta può essere ottenuta attraverso l'analisi dei modelli spaziali dei primi casi e da ulteriori dati genomici. Dati, inclusi campioni positivi SARS-CoV-2 dal mercato di Wuhan, nonché attraverso l'integrazione di ulteriori dati epidemiologici. La prevenzione di future pandemie dipende da questo sforzo».
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