Il Partito Democratico non se n’è proprio fatta una ragione. Ormai è passato più di un mese dalla caduta del governo Draghi e dal conseguente scioglimento anticipato del Parlamento, ma la figura del presidente del Consiglio dimissionario rimane ancora nei pensieri nel movimento politico guidato da Enrico Letta. Prova ne è il manifesto elettorale che ancora adesso, quando ormai stiamo per entrare nel mese di settembre (quello decisivo verso il voto), è esposto nella bacheca di uno dei più importanti circoli del Pd.
Il Pd è rimasto al giorno della caduta del governo
Siamo a Milano, in Corso Garibaldi. I cittadini meneghini o i semplici turisti che passeggiano dalle parti di zona Brera hanno modo di passare proprio davanti al circolo del Partito Democratico "Milano Centro - Aldo Aniasi” e di ‘ammirare’ un volantino in cui c’è scritto a caratteri cubitali: “L’Italia è stata tradita. Il Partito Democratico la difende. E tu, sei con noi?”. Al centro del manifesto, a intermezzare queste frasi, viene piazzata il volto in primo piano di Mario Draghi che saluta sorridente. Un modo per dire: noi siamo sempre stati dalla sua parte, a differenza di altri.
Gli “altri”, ovviamente, sono il Movimento 5 Stelle – che per primo aveva di fatto aperto la crisi di governo -, ma anche Lega e Forza Italia che poi non avevano partecipato al voto di fiducia del 20 luglio. Non è un caso che lo slogan fosse in realtà già apparso sui profili social ufficiali del Pd. Il 22 luglio, infatti, gli esponenti dem rilanciarono con forza l’hashtag #ItaliaTradita. A farlo era stato anche lo stesso Letta, che sul proprio profilo Facebook aveva pubblicato una grafica ritraente l’ex presidente della Bce. Il tutto condito da una didascalia al veleno contro Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giuseppe Conte. Quest’ultimo non si lasciò sfuggire l’occasione per replicare immediatamente a muso duro. “È vero, Enrico. L’Italia è stata tradita quando in Aula il premier e il centrodestra, anziché cogliere l’occasione per approfondire l’agenda sociale presentata dal Movimento 5 Stelle, l’hanno respinta umiliando tutti gli italiani che attendono risposte”.
Draghi più 'digeribile' agli elettori rispetto a Letta?
Insomma: a meno di un mese dalle elezioni, dopo la rottura con Calenda proprio sull’agenda Draghi (e la virata a sinistra) e con tutti i giochi già ampiamente fatti per quanto riguarda le candidature, il Partito Democratico di Milano continua a restare aggrappato alle sembianze di Super Mario. Eppure, dovrebbe essere ormai proprio Enrico Letta ad assumere il ruolo di front runner del movimento politico che guida. Dovrebbe, appunto. Perché la recente iniziativa propagandistica sui social, con il ‘duello’ tra lui e Giorgia Meloni a colpi di concetti politici identitari su sfondo rosso e nero, non ha avuto esattamente un gran successo.
In ogni caso l’obiettivo del Pd, almeno nel quartiere ancora tappezzato col manifesto pro Draghi, è semplice: perdere le elezioni a livello nazionale, ma ‘stravincerle’ nelle Ztl delle metropoli. Ormai l’unico vero zoccolo duro elettorale rimasto fedele all’universo dei progressisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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