La riforma del lavoro, in discussione a Palazzo Madama, manda in crisi il Partito Democratico, che si divide sul provvedimento.
A parlarne per primo è Pier Luigi Bersani, che al governo guidato da Matteo Renzi ha chiesto di chiarire "cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perché si parla di cose serie", sottolineando come questo passaggio sia "indispensabile".
E un commento è arrivato anche dal presidente del partito, Matteo Orfini, che su twitter ha definito "condivisibili" i titoli del jobs act, aggiungendo però che lo è meno "lo svolgimento" e che "ne discuteremo in direzione, ma servono correzioni importanti al testo".
L'ex segretario Bersani parla della "necessità di modernizzare le regole del lavoro dal lato dei contratti e dei servizi", ma anche di "intenzioni ai miei occhi surreali" che la stampa attribuisce al governo. Sull'articolo 18, Bersani pensa che l'esecutivo debba "chiarire quali sono i contenuti precisi, perché l'emendamento che è stato presentato, sulla carta, lascia aperta qualsiasi interpretazione".
A chiedere una sintesi è il vicesegretario Debora Serracchiani, che richiama il partito alla "maturità" dimostrata "in passato, quando si pensava si sciogliesse come neve al sole".
Mentre Gianni Cuperlo, leader di Sinistradem chiede di "cancellare la caricatura degli innovatori da una parte e dei Flinstones" dall'altra, sottolinendo che non si vuole fermare l'azione di governo, ma piuttosto "capire quale sarà il testo della legge".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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