“Esiste un pregiudizio culturale nell’informazione Rai?”. A chiederselo, sulle pagine de L’Unità, è Michele Anzaldi, il deputato renziano membro della commissione di vigilanza Rai che già prima dell’inizio del Festival aveva sferrato un duro attacco contro i vertici della tivù pubblica. Partendo da un recente editoriale di Ernesto Galli Della Loggia, Anzaldi parla dell’assenza di un’inadeguata informazione sulle unioni civili da parte del servizio pubblico. Tema che finora, secondo Della Loggia e secondo Giuliano Ferrara, è stato tratta con un dibattito poco equilibrato e non capace di rappresentare tutte le posizioni in campo.
Ora il nuovo direttore editoriale della Rai, Carlo Verdelli in commissione di Vigilanza Rai ha fatto capire di voler abbandonare le vecchie logiche di lottizzazione tipiche del servizio pubblico e di voler puntare su un’informazione puntuale. “Vedremo se i fatti, finalmente, seguiranno alle parole”, scrive Anzaldi secondo cui: “I cittadini, che pagano con il canone la stragrande maggioranza del budget Rai, non meritano un’informazione “di destra” o “di sinistra” a seconda della rete che la propone, ma, appunto, un’informazione puntuale, plurale e completa, soddisfacendo il più possibile le diverse sensibilità del pubblico”.
Anche perché, finora, questo non è avvenuto e lo si evince dal fatto che lo scorso 10 febbraio, Giornata del Ricordo, istituita per commemorare le vittime delle Foibe, è stata totalmente ignorata dal Tg3 sebbene un comunicato Rai del giorno prima aveva garantito “ampio spazio” a questo tema. “Né l’edizione delle 14.25, né quella serale delle 19 – scrive ancora Anzaldi - hanno dato spazio alla cerimonia in Senato, alla presenza del presidente Piero Grasso, a differenza di quanto proposto da Tg1 e Tg2, che hanno coperto il ricordo delle foibe con servizi a pranzo e a cena”.“Possibile che al Tg3, alimentando nei telespettatori tendenze di vecchia ideologia ormai non più comprensibili, qualcuno abbia ancora un pregiudizio su questioni di questo tipo?” si chiede ancora il deputato del Pd. Secondo Anzaldi c’è quasi“l’impressione che il ricordo della tragedia giuliano-dalmata possa ancora, per qualcuno del servizio pubblico, avere una targhetta politica”.
Su questi pregiudizi culturali “sarebbe opportuno che il Cda, al cui interno sono presenti diversi e autorevoli giornalisti, aprisse una discussione, così come dall’azienda è giusto attendersi chiarimenti sul perché gli annunci di copertura della “Giornata del Ricordo” siano stati disattesi dal Tg3”, conclude Anzaldi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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