È stato condannato a 24 anni di carcere per omicidio volontario Filippo Ferlazzo, il killer originario di Salerno di Alika Ogorchukwu, l'ambulante nigeriano di 39 anni massacrato di botte lo scorso 29 luglio nel centro di Civitanova Marche, in provincia di Macerata. Un delitto che è stato ripreso anche in video da alcuni testimoni, immagini che sono state visionate in aula durante il processo. Il delitto è avvenuto dopo che il 39enne aveva chiesto l'elemosina all'imputato e alla sua fidanzata. L'accusa aveva sollecitato l'ergastolo, evitato grazie alle attenuanti generiche concesse per via del «disturbo della personalità» riscontrato nell'omicida dalla perizia psichiatrica.
«Va bene così, giustizia è stata fatta», ha detto Charity Oriakhi, la moglie di Alika, al momento di lasciare il tribunale. «Ho avuto solo sei anni di sconto», è stato, invece, il commento a caldo dell'imputato subito dopo la lettura della sentenza, come ha raccontato ai giornalisti il suo avvocato, Roberta Bizzarri. Durante la sua requisitoria il pubblico ministero, Claudio Rastrelli, aveva ricostruito i fatti che hanno portato all'omicidio del venditore ambulante. «Ha usato un'aggressione brutale che si usa per uccidere un animale», aveva sottolineato il sostituto procuratore in uno dei passaggi più forti della requisitoria, evidenziando la capacità di intendere e di volere di Ferlazzo, al di là del «disturbo borderline della personalità».
La difesa aveva prima chiesto di «derubricare il reato da omicidio volontario a preterintenzionale», per poi invocare «una eventuale pena alternativa al regime carcerario, perché Ferlazzo sta male»: «Non era in grado di comprendere che la sua azione era sproporzionata rispetto all'accaduto».
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