Pestato e stuprato dagli agenti. E la banlieue torna in fiamme

Parigi sconvolta: violenza di 4 poliziotti su un 22enne. Hollande va in ospedale: "La giustizia ti proteggerà". Lui: basta guerra

Pestato e stuprato dagli agenti. E la banlieue torna in fiamme

A meno di tre mesi dalle presidenziali, torna la violenza alle porte di Parigi. Persistente, difficile da gestire. Tutto è (ri)cominciato giovedì, con l'arresto di un 22enne di colore, residente nel sobborgo settentrionale di Aulnay-sous-Bois. Quattro agenti lo hanno bloccato per un controllo, ma poi l'hanno sbattuto su un muro e pestato. Secondo le ricostruzioni, il giovane è stato sodomizzato con un manganello telescopico da un agente. Tanto da doversi sottoporre a intervento in ospedale, dove ha raccontato tutto a BfmTv. «Non ho cercato di fuggire, mi hanno aggredito in tre e gli ho chiesto Perché mi state facendo questo?, ma non hanno risposto, mi hanno ricoperto di ingiurie». Per lui la prognosi è di 60 giorni.

Intanto i quattro che hanno compiuto l'arresto sono stati sospesi. Uno è accusato di violenza sessuale, ma parla di «incidente». Gli altri devono rispondere di violenza volontaria. L'aggressione è avvenuta sotto l'occhio di una telecamera unica scelta fatta dai socialisti per «controllare» meglio la banlieue. Il video, diffuso da France24, ha suscitato indignazione in tutta la Francia. Ma soprattutto tre giorni di assedio nel distretto multietnico di Aulnay, dove per protesta sono state bruciate almeno 10 auto. Anche un autobus ha rischiato di finire tra le fiamme lunedì, quando 500 persone hanno partecipato a una marcia di solidarietà per Theo. A nulla sono valse le raccomandazioni del ragazzo, che invitava alla calma. È stato il terzo giorno di scontri.

Ventisei persone interrogate, due ristoranti danneggiati in un'area cinta d'assedio. Sotto accusa le forze dell'ordine. Lo stesso François Hollande è stato costretto a prendere parola. Quando a sbagliare sono «degli agenti», dice dal tribunale di Pontoise, «è il giudice che protegge»; la giustizia «andrà fino in fondo, è garante delle libertà e i cittadini devono capirlo». Poi fa visita a Theo, definendo «esemplare» il comportamento del ragazzo.

Il sindaco di Aulnay, Bruno Beschizza, chiede al governo di inviare un «segnale forte» agli abitanti, per far capire che «lo Stato è con loro, non contro di loro, per sostenerli». «Mi hanno messo dei gas lacrimogeni in testa, nella bocca, mi hanno preso la testa a manganellate racconta intanto il 22enne dall'ospedale Ma avevo talmente male alle natiche che non riuscivo a camminare, credevo che sarei morto». Denuncia insulti a sfondo razziale in un'auto della polizia e le accuse si sommano a quella di stupro. Il premier Bernard Cazeneuve annuncia «la più grande fermezza» contro le forze di polizia colpevoli di «violazioni gravi. So che sono molto esposti contro il terrorismo, ma devono essere esemplari in ogni momento».

La situazione resta tesa e il tema sicurezza-banlieue è centrale per la campagna elettorale. L'operazione seduzione messa a punto da Hollande nel corso del Quinquennato non è riuscita. Marine Le Pen prova a raccogliere i cocci di una periferia delusa. Tra auto bruciate, colpi di mortaio e odio a 360°.

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