Il pg rinuncia al movente mafia per Mori

Così si affossa il super processo sulla trattativa

Il pg rinuncia al movente mafia per Mori

La procura generale di Palermo smantella il processo dei processi, quello sulla trattativa Stato-mafia. E lo fa distruggendo uno dei cardini di quel caso imbastito da Antonio Ingroia e ora in mano al pm Nino Di Matteo, eliminando cioè il motivo - il patto siglato coi boss per fermare la strategia stragista del '92-'93 - per cui i vertici del Ros e in particolare il generale Mario Mori avrebbero omesso di catturare, nel 1995, l'allora latitante Bernardo Provenzano. Il Pg di Palermo Roberto Scarpinato, rivoluzionando la prospettazione dell'accusa, nel processo d'appello sulla mancata cattura di «Binnu» nel '95 in un casolare di Mezzojuso (Palermo), ha chiesto di rinunciare all'aggravante mafia e a quella, strettamente collegata, di averlo fatto per rispettare il patto siglato due anni prima coi mafiosi, la trattativa, appunto. Di qui le richieste per i due imputati, lo stesso Mori e il colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato ed entrambi assolti in primo grado: 4 anni e sei mesi per Mori e 3 anni e 6 mesi per Obinu, più cinque di interdizione dai pubblici uffici.Una mossa a sorpresa, quella del pg. O forse un escamotage per ottenere una condanna quale che sia, visto che Mori sinora è stato assolto sia per la mancata perquisizione del covo di Riina nel '93 (definitivamente, i pm non fecero neppure appello contro la sentenza), sia per la mancata cattura di Provenzano. Quello che ha del clamoroso, però, è la presa di distanze del pg dal processo trattativa Stato-mafia, di fatto una fotocopia, anche se il reato contestato è diverso - di quello sulla mancata cattura di Provenzano. «Tenteremo di semplificare e di ridare al processo quella vita autonoma che renderlo una costola del processo trattativa gli aveva tolto», ha detto Scarpinato. Ma eliminando il movente («la legge non lo richiede») ha liquidato uno dei pilastri dell'altro processo, non facendo certo un favore al pm Di Matteo e alla procura, che sulla trattativa si gioca la faccia.Tolto il movente mafia, però, anche il processo d'appello su Provenzano si ritrova monco.

Scarpinato ha riscritto la tesi d'accusa dipingendo Mori come un «soggetto dalla doppia personalità e dalla natura anfibia», che «ha reiterato, nel tempo le stesse condotte di deviazione dalle procedure legali, per interessi extra-istituzionali». Suggestioni. Prive di movente. La parola alla difesa, l'8 febbraio.

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