Più poteri a Frontex e Piano Mattei: sui migranti Ursula "copia" Meloni

La presidente rieletta annuncia: "Ecco il commissario per il Mediterraneo". Ma nessuna condanna delle Ong

Più poteri a Frontex e Piano Mattei: sui migranti Ursula "copia" Meloni
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Un commissario per il Mediterraneo, 30mila agenti per Frontex, lotta ai trafficanti e approccio con l'Africa molto simile al piano Mattei sono i capisaldi del discorso programmatico di Ursula von der Leyen sulla crisi migratoria. Su 31 pagine ha dedicato solo 1 e un quarto all'emergenza migranti. Neanche una parola sulle Ong del mare e molta fuffa, già sentita mille volte, con poca sostanza. A cominciare dalle prime parole sul capitolo «corretti e fermi sulla migrazione«. Von der Leyen sottolinea che «è una sfida europea che deve essere affrontata con una soluzione europea. Ecco perché è stato così importante rispettare il patto sulla migrazione e l'asilo». Sul «peso» degli sbarchi che riguarda sopratutto i paesi mediterranei, a cominciare dall'Italia, la presidente promette che «intensificheremo il sostegno agli Stati membri per garantire che abbiano le competenze, la capacità operativa e finanziaria di cui hanno bisogno». Grazie alla spinta tedesca, dopo anni di politiche molli, von der Leyen proporrà «un nuovo approccio comune sui rimpatri, con un nuovo quadro legislativo per accelerare e semplificare il processo». Da vedere se i paletti della sinistra nel Parlamento europeo lo renderà possibile.

Più pugnace sul ruolo di Frontex: «Proporrò di triplicare il numero delle guardie di frontiera e costiere europee a 30 mila unità». E sull'affrontare a monte il problema delle partenze sembra ricalcare i fondamenti del piano Mattei del governo italiano. «Nell'ambito di un nuovo Patto per il Mediterraneo, svilupperemo i nostri partenariati strategici esistenti e lavoreremo per crearne di nuovi con responsabilità e risultati chiari», ha dichiarato in aula a Strasburgo. L'Europa continuerà a lavorare con i paesi extra Ue, di origine e transito del fenomeno, come Libia e Tunisia.

La novità è la nomina di «un commissario per il Mediterraneo che si concentrerà su investimenti e partenariati, stabilità economica, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza, migrazione e altri settori di interesse reciproco». Posizione che sembra ritagliata per un candidato italiano.

La lotta ai trafficanti, altro cavallo di battaglia della premier Meloni, trova spazio nel discorso programmatico. «Non accetteremo mai che siano i contrabbandieri e i trafficanti di esseri umani a decidere chi arriva in Europa e in quali circostanze - ha dichiarato - Non ci sarà impunità per i trafficanti di esseri umani». Sui passi concreti poca roba a parte la volontà di voler distruggere il modello di business con il metodo «segui i soldi» per contrastare i profitti illegali arrivando anche alla confisca dei beni non semplice a livello internazionale. Piccola e indiretta stoccata alle Ong sui soccorsi in mare: «Abbiamo bisogno di un maggiore coordinamento delle operazioni di salvataggio, anche con i paesi terzi vicini, e di maggiori capacità di sorveglianza da parte di Frontex». Fumo negli occhi per i talebani dell'accoglienza che denunciano la Guardia costiera libica e cercano di intralciare gli aiuti a quella tunisina. Da gennaio le Ong del mare hanno sbarcato in Italia il 20% degli arrivi (5976 migranti).

E non è un caso che rispetto alle partenze dalla Tripolitania, organizzate dai trafficanti, la percentuale aumenti al 33,7%.

Sui migranti Ursula II ha partorito il solito topolino condito di belle parole e annunci roboanti, che andrà testato alla prova dei fatti.

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