L'atteso cambio di passo in ambito energetico da parte dell'Unione europea raggiunge un primo importante risultato, con il piano Repower Eu che sarà presentato oggi con un ambizioso progetto indirizzato alla necessaria autonomia energetica. L'obiettivo della Commissione europea è raggiungere l'indipendenza dalla Russia entro il 2027 con un progetto da 195 miliardi di euro, una cifra monstre che sarebbe compensata da un risparmio annuale di 84 miliardi di euro sul carburante importato.
Secondo Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario al Green deal europeo, la strategia per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia deve basarsi su tre fattori: «Dobbiamo già ridurre l'import, possiamo farlo quando abbiamo contratti con altri Paesi sul Gnl, gas naturale liquefatto. Ma dobbiamo anche risparmiare l'energia e dobbiamo introdurre con maggiore urgenza le rinnovabili, l'energia solare ed eolica».
Per fare a meno del carbone, del gas e del petrolio russo, l'Ue vuole aumentare il target di energia pulita nel mix al 45% entro il 2030, invece dell'obiettivo del 40% previsto ad oggi. Sarà necessario non solo raddoppiare la capacità attuale (passando da 511 gigawattora a 1236) ma anche ridurre i consumi. Si tratta del cosiddetto «efficientamento energetico» già previsto con una stima di taglio dell'energia pari al 9% che dovrà aumentare al 13%. Il piano Repower Eu prevede inoltre di raddoppiare entro il 2028 gli impianti fotovoltaici e accelerare la creazione di parchi eolici realizzando corridoi per l'idrogeno green. Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (nella foto) ha annunciato che l'idrogeno verde sarà uno dei pilastri del piano europeo con risorse da aiuti di stato, progetti comuni europei e «9,3 miliardi di euro di Next Generation EU che stanno andando direttamente in progetti per l'idrogeno» pulito. Stiamo parlando di una fonte energetica essenziale per terminare la dipendenza dell'Europa dalla Russia e si attendono criteri per differenziare la produzione sostenibile di idrogeno da quella convenzionale con combustibili fossili. Tra le novità previste nel piano europeo, c'è anche l'obbligo di dotare di pannelli solari i tetti degli edifici di nuova costruzione e gli edifici pubblici. Ulteriore cambiamento è un meccanismo di solidarietà europeo, che si attiverebbe con la richiesta da parte di due paesi obbligando de facto gli Stati con più risorse energetiche ad aiutare quelli in maggiore difficoltà, pur trattandosi di una misura temporanea.
Il punto che ha generato maggiore dibattito è stato il tetto ai prezzi del gas, il cosiddetto «Price cap» su cui si è molto speso nelle settimane passate il governo italiano contro il parere dei paesi del nord, Olanda in testa. La soluzione che sembra prevalere è quella di un doppio tetto, uno nazionale e uno europeo. Nel primo caso il «cap» potrà essere applicato direttamente al prezzo retail del gas pagato dai cittadini ma non potrà diventare generalizzato. Per evitare distorsioni del mercato come un aumento dei consumi a causa del prezzo calmierato, potrà essere applicato solo in quantità limitate e per i consumatori più fragili. Il tetto europeo scatterebbe invece solo se venissero meno le forniture russe avviando un dirottamento del gas dalle nazioni con quantità maggiori verso quelle in difficoltà facendo così scattare il prezzo calmierato.
Se il Repower Eu rappresenta un importante tassello per una sovranità energetica europea, non mancano le frizioni in particolare sulla tassonomia verde dopo che la Germania ha affermato che si opporrà al regolamento comunitario che classifica nucleare e gas come attività sostenibili affermando attraverso fonti del ministero
dell'ambiente tedesco: «Questo è un segnale politico importante che chiarisce che l'energia nucleare non è sostenibile». La strada per una comune politica energetica europea è ancora lunga ma un primo passo è stato fatto.
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