Il piano Trump: palestinesi via da Gaza

"In Egitto e Giordania 1,5 milioni di persone, ripuliamo tutto". Ira Hamas, Anp e jihad

Il piano Trump: palestinesi via da Gaza
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Svuotare Gaza e trasferire i palestinesi in altri Paesi del Medio Oriente. È questa l'idea di Donald Trump per «ripulire» la Striscia e affermare la pace nella regione. Parlando dall'Air Force One di ritorno da Las Vegas, il presidente americano propone di spostare gli abitanti di Gaza in Egitto e Giordania come parte di un piano di pace nel territorio palestinese, dove ieri la tregua tra Israele e Hamas è entrata nella seconda settimana. «Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, stiamo solo ripulendo tutto. Questo posto ha visto molti conflitti, e qualcosa deve succedere», sottolinea il tycoon con i giornalisti, precisando che la mossa potrebbe essere «temporanea o a lungo termine». «Gaza è letteralmente un cantiere di demolizione in questo momento, quasi tutto è stato demolito e la gente sta morendo, quindi preferirei impegnarmi con alcune nazioni arabe e costruire alloggi in un luogo diverso, dove magari potrebbero vivere in pace per una volta - prosegue - Vorrei che l'Egitto, e la Giordania, prendessero le persone».

Per il ministro israeliano delle Finanze Bezalel Smotrich, esponente di estrema destra, quella di Trump è «un'idea eccellente». «Dopo 76 anni durante i quali la maggior parte della popolazione della Striscia è stata tenuta forzatamente in condizioni difficili per preservare l'aspirazione di distruggere lo stato di Israele, l'idea di aiutarli a trovare altri posti in cui iniziare una vita nuova e migliore è un'idea eccellente», spiega Smotrich.

La presidenza dell'Autorità nazionale palestinese, invece, respinge con fermezza e condanna qualsiasi progetto volto a sfollare il popolo palestinese dalla Striscia, «che costituisce una palese violazione delle linee rosse contro cui abbiamo costantemente messo in guardia»: «Il popolo palestinese non abbandonerà mai la propria terra, la propria patria». Per loro, qualsiasi tentativo di trasferirli da Gaza evocherebbe cupi ricordi storici di ciò che il mondo arabo chiama la «Nakba» o catastrofe, ossia lo spostamento di massa dei palestinesi durante la creazione di Israele 75 anni fa. Anche per Hamas la proposta del presidente Usa fallirà: «Come hanno sventato ogni piano di spostamento e di patrie alternative nel corso dei decenni, anche questa volta il nostro popolo sventerà tali progetti», assicura l'alto funzionario del gruppo, Bassem Naim. Ma pure dal Cairo e da Amman arriva un no deciso. L'Egitto ha informato gli Stati Uniti che respinge la proposta di Trump, secondo fonti informate citate da Haaretz. E il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi dice: «Il nostro rifiuto è fermo e non cambierà. La Giordania è per i giordani e la Palestina è per i palestinesi». Mercoledì, intanto, l'inviato del presidente Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, arriverà in Israele per discutere dell'accordo sullo scambio di prigionieri, del cessate il fuoco con il Libano e della normalizzazione dei rapporti con l'Arabia Saudita, vedrà il premier Benjamin Netanyahu e il ministro per gli affari strategici Ron Dermer.

E proprio Riad potrebbe essere la meta del primo viaggio all'estero di Trump: «Potrebbe essere l'Arabia Saudita, o il Regno Unito - spiega il tycoon - Tradizionalmente potrebbe essere il Regno Unito, ma l'ultima volta sono andato in Arabia Saudita perché avevano accettato di acquistare 450 miliardi di dollari di merci americane dagli Stati Uniti».

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