Poletti si scusa ma traballa. Ritorna l'ipotesi dimissioni

Mea culpa per la gaffe sui cervelli all'estero. Sui voucher: "Stretta in arrivo". Sfiducia da votare, pronto Nannicini

Poletti si scusa ma traballa. Ritorna l'ipotesi dimissioni

Poletti si cosparge il capo di cenere, chiede scusa, resiste ma è sempre più solo. Il ministro del Lavoro, finito nell'occhio del ciclone per la gaffe sui giovani italiani che lavorano all'estero, si presenta a palazzo Madama per un'informativa. Chiede nuovamente scusa: «Ho sbagliato, ma la campagna di insulti e minacce sui social media che ha coinvolto anche mia moglie e mio figlio non trova alcuna giustificazione». Ecco cosa aveva detto il ministro: «I giovani che se ne vanno? Ne conosco alcuni ed è un bene perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi. Se in 100mila sono scappati dall'Italia, non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola». Una gaffe coi fiocchi che ha imbarazzato anche una larga fetta di maggioranza oltre che i colleghi di governo. La prova plastica è che Poletti, in aula in Senato, parla in perfetta solitudine: nessun ministro accanto a lui e un applauso tiepido alla fine della sua arringa. Il problema è che si racconta che nel nuovo esecutivo Poletti sia un po' un pesce fuor d'acqua. Per ora il Pd lo blinda con le parole del capogruppo Ettore Rosato: «No», risponde secco a chi gli chiede se il ministro sia pronto a un passo indietro. E pure il vicepresidente del Pd Lorenzo Guerini esclude le dimissioni: «Assolutamente no». Tuttavia nel Palazzo si mormora che Poletti potrebbe lasciare a favore di Tommaso Nannicini, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Renzi, non riconfermato, e ora impegnato alla stesura del programma economico del Pd. La sua figura piacerebbe anche ai sindacati che di fatto si sono sempre interfacciati con lui per le più importanti vertenze sul tavolo.

L'attuale ministro del Lavoro è in imbarazzo non solo per le sue gaffe ma anche per le politiche messe in atto durante il governo Renzi. Tanto che Poletti ammette: «In relazione alle prime evidenze registrate dal monitoraggio sui voucher il governo considera necessaria la revisione di questo strumento per riportarlo all'origine di una copertura dei lavori occasionali per portarli fuori dal lavoro nero». Una specie di mea culpa confermata pure dall'analisi dei dati: «La disoccupazione giovanile rimane a livelli preoccupanti»; salvo poi cercare di individuare un piccolo spiraglio di luce: «nel 2008, prima della crisi, i giovani disoccupati erano 400mila, 707mila nel marzo 2012, a novembre 2016 erano 627mila».

Il ministro incassa il pollice verso dei verdiniani che per bocca di Barani ricordano: «Anche Claudio Scajola lasciò per una frase su Marco Biagi; mentre qui è molto più grave perché ne va del futuro dei nostri figli: mica tutti hanno il privilegio di contare su coop rosse che ottengono finanziamenti». Scontata la bocciatura di Movimento 5 Stelle, Sel e Lega, pronti a votare la mozione di sfiducia individuale già apparecchiata ma non ancora calendarizzata. Non è chiara, invece, la posizione di Forza Italia. Per ora si sono espressi alcuni senatori azzurri come Maurizio Gasparri che chiede una riunione del gruppo per decidere il da farsi: «Sono orientato a votare la sfiducia», dice.

E il senatore Nitto Palma spiega: «Le sue scuse sono inaccettabili: Poletti prenda atto della situazione, che le sue dichiarazioni non possono essere scusate e faccia i passi che deve fare, togliendo quest'aula dall'imbarazzo nel momento in cui si dovrà votare, mi auguro di no, la mozione di sfiducia».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica