La politica estera dem: tre posizioni diverse. Prevalgono i pacifisti in dissenso con il Pse

Alla plenaria di Strasburgo il voto su Kiev dilania il Pd. Contrari anche in Fi, giallo Fdi

La politica estera dem: tre posizioni diverse. Prevalgono i pacifisti in dissenso con il Pse
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Nel giorno in cui l'Europarlamento approva una risoluzione per l'uso in territorio russo delle armi europee fornite all'Ucraina, a Strasburgo va in scena la spaccatura in tre anime del Partito semocratico della Schlein che vota in ordine sparso discostandosi dalla posizione del gruppo Socialista. Il risultato è un asse rosso-bruno con la destra europea che vota come la maggioranza del Pd con la differenza che i socialisti fanno parte della maggioranza europea. La votazione ha visto il parere positivo di Elisabetta Gualmini e Pina Picierno, l'astensione dei due eurodeputati indipendenti eletti nelle liste del Pd Cecilia Strada e Marco Tarquinio e il voto contrario del resto della delegazione composta da Benifei, Corrado, Decaro, Laureti, Ricci, Ruotolo, Strada, Zan, Zingaretti, Annunziata.

La Picierno ha spiegato di aver votato «a favore anche dell'articolo 8 che invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali consegnati all'Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, che ostacolano la capacità dell'Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa secondo il diritto internazionale» aggiungendo di essere «convintamente in linea col gruppo dei Socialisti e Democratici». La Gualmini ha invece spiegato «sto dalla parte della democrazia e della Difesa della libertà. Non sto dalla parte dei Vannacci, dei Bardella, dei Patrioti e dei filoputiniani ormai presenti in dosi massicce al parlamento europeo». Senza bisogno di scomodare Vannacci, la Gualmini avrebbe fatto prima a guardare in casa propria visto che la maggioranza del gruppo del Partito Democratico ha votato contro la risoluzione, saranno «filoputianiani» anche loro? D'altro canto questa spaccatura non stupisce ed è il risultato della linea ondivaga (o, per meglio dire, dell'assenza di linea) della segreteria Schlein in politica estera. Nonostante il tentativo del gruppo S&D di gettare acqua sul fuoco con una fonte qualificata che ha affermato «le sensibilità nazionali si rispettano» è evidente l'imbarazzo e la necessità di trovare giustificazioni.

Su questo tema emergono diverse anime anche in Forza Italia in cui si registra il voto a favore di Marco Falcone, Giuseppina Princi, Massimiliano Salini, il voto contrario di Chinnici, De Meo, Tosi con il capodelegazione Fulvio Martusciello assente. Compatta invece la delegazione di Fdi che si è espressa contro la risoluzione così come la Lega, il M5S e Avs.

Nonostante il parere contrario della maggioranza degli europarlamentari italiani, il Parlamento europeo ha approvato con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti il paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all'Ucraina che «invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso delle armi occidentali consegnate all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo».

Nella giornata di ieri la confusione della sinistra italiana in politica estera non si è limitata all'Ucraina ma è arrivata fino al Sud America con Pd, M5S e Avs che hanno votato in ordine sparso sul Venezuela. Come spiegano Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia e relatore Ecr della risoluzione sul Venezuela, e Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo: «Pd, M5s e Avs avevano la grande occasione di schierarsi dalla parte della libertà del popolo venezuelano, contro una spietata e criminale dittatura comunista e invece si è spaccata e ha scelto di votare - in varie forme - contro il riconoscimento di Edmundo Gonzalez come legittimo presidente eletto del Venezuela, contro il ripristino delle sanzioni nei confronti dei vertici del regime e in generale contro un inasprimento della posizione europea».

Nonostante ciò

la risoluzione è stata approvata e il Parlamento europeo si è schierato «al fianco del legittimo presidente Edmundo Gonzalez, della leader democratica Maria Corina Machado e del popolo venezuelano in lotta per la libertà».

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