
Milano Sul Salva Milano c'è un'Azione in controtendenza al Pd pur restando ferma sulle sue posizioni. È Francesco Ascioti, segretario provinciale del partito di Calenda che fissa i paletti. «Il nostro ruolo è di essere netti sui temi. Ucraina, Salva Milano, Sanità: prima i temi poi la tattica. Quindi ci possono essere delle convergenze talora con qualcuno talora con altri. Ma la posizione è netta».
Quindi, avanti sul Salva Milano?
«Lo abbiamo sempre sostenuto non sapendo assolutamente nulla di eventuali indagini della Procura se non quelle già note e non abbiamo mai pensato che fosse un condono o un salvacondotto per qualcuno, ma una norma di interesse generale. Il sindaco l'ha sempre difesa e noi abbiamo sempre sostenuto il sindaco in questa battaglia che consideravamo e che consideriamo tutt'ora necessaria. Di fronte al concreto rischio che la più grande metropoli d'Italia si blocchi era necessario dare una risposta politica a un problema tecnico. Ma mi consente di essere brutale?»
Prego.
«Il Pd nazionale ha sempre osteggiato l'approvazione del Salva Milano e ora non ha aiutato il sindaco Sala. Il Parlamento deve fare il suo lavoro. Ci possono essere elementi da aggiustare, storture da sistemare, situazioni burocratiche da rivedere, ma la politica serve proprio a questo».
Una battaglia tutta interna al Pd, quindi.
«Assolutamente sì e fra l'altro ne esce molto rafforzata l'ala radicale che è per il no a tutto. Anche il consiglio comunale di Milano è un consiglio che non ha mai aiutato il sindaco, guardi San Siro: è un consiglio iper radicalizzato».
Lei vede quindi un sindaco sotto scacco?
«Io vedo un sindaco che non è adeguatamente sostenuto dalla classe politica nazionale del Pd, e nemmeno da un consiglio comunale che ha elementi al suo interno che sono dei massimalisti. E Milano non si può governare con il massimalismo. Milano è città dei riformisti, delle cose che succedono, di innovazione. Se diventa una città dei no a tutto come facciamo?»
Però anche il sindaco ora ha fatto dietrofront sul Salva Milano.
«E noi per questo lo abbiamo contestato. Dopodiché lui ha parlato di mele marce a Palazzo Marino, si è concentrato sulla necessità di capire cosa succede in determinati organismi dirigenti. In questa fase sta facendo queste verifiche e fa bene. Ma se Sala avesse avuto un sostegno politico adeguato dal Pd nazionale, come lo ha avuto tardivamente dal Pd di Milano sarebbe stato più forte».
C'è chi chiede oggi le dimissioni di Sala. Cosa dovrebbe fare secondo Azione?
«Noi abbiamo fiducia in lui. Aveva scelto bene l'assessore che si è dimesso, anche contro il parere del Pd. Un assessore, tra l'altro, che ha lavorato molto bene e fino a prova di smentita non ha nulla che vedere con l'inchiesta. Allora mi sentirei di dire che dobbiamo rimetterci alle valutazione del sindaco su come sostituirlo.
Per essere chiari noi non abbiamo chiesto niente al sindaco. Lo ribadisco: abbiamo fiducia in lui. Dopodiché ci dispiace per la vicenda nel suo complesso perché Milano resta alle prese con un grande problema irrisolto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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