È una gran bella cosa che la Polonia ieri abbia frenato rispetto a una scelta che prima di essere colpevole, era bugiarda e volgare quanto a volte riesce a esserlo il populismo: con scelta saggia è stata rimandata dal governo l'entrata in vigore della legge che puniva con una pena fino a tre anni di carcere chiunque facesse riferimento ai campi di sterminio nazisti come «campi polacchi» o accusasse i cittadini polacchi di complicità con il genocidio degli ebrei. Il presidente Andrej Duda l'aveva firmata dopo che il 1° febbraio era passata con il voto del Senato. Poi è stato tutta un'escalation retorica di nazionalismo d'accatto e dall'altra parte di accuse di antisemitismo. Ma le cose sono cambiate dopo che il primo ministro Mateusz Morawiecky, palesemente incartato nel ruolo, ha dichiarato in pubblico che esistevano certo, polacchi complici della strage degli ebrei, ma che c'erano anche degli ebrei fra i perpetratori.
Qui è scoppiata la crisi che ha fatto capire quanto fosse fuori luogo la legge polacca: come si poteva comparare la vicenda degli ebrei, le vittime disperate e perseguitate, a quella dei persecutori e della masse dei loro complici? Troppi episodi dicono la verità sulla follia di questa affermazione. Allora Netanyahu ha parlato a lungo con il primo ministro, con l'idea invece contrastata dai critici scandalizzati che si dovesse ritrovare una strada per parlare con la Polonia. E la strada è stata trovata: il ministero degli Esteri polacco ha sospeso l'entrata in vigore del testo e una delegazione polacca arriverà nei prossimi giorni in Israele per trovare insieme una soluzione.
Tecnicamente, è vero che lo sterminio è stato «nazista» e non certo «polacco», i polacchi hanno combattuto i nazisti; ma è vero che i polacchi hanno un orrido conto aperto con un antisemitismo di massa che si è espresso sia durante la Shoah sia dopo la guerra. E tuttavia la legge polacca era attribuibile non a antisemitismo, dato che è evidente nella legge stessa l'odierna repulsione verso la persecuzione degli ebrei. Ed è molto importante da parte dello Stato ebraico saper chiarire, in tempi di antisemitismo genocida verso Israele e il suo popolo soprattutto da parte dell'islam estremo e dei suoi sostenitori o vassalli, se i Paesi i cui governi eletti non sono di sinistra debbano essere sospettati o accusati di antisemitismo. Attualmente Israele, anche se è molto attento a ogni manifestazione di negazionismo, non sembra essere di questo parere. I suoi nemici sono i fascisti, i nazisti, ma non i governi moderati dell'Europa dell'Est, e questo è molto importante, a fronte di un'Unione europera ostile la cui bandiera è l'atteggiamento filoiraniano della Mogherini. E sull'Iran, sulle cui in tensioni genocide verso gli ebrei non è mai stata detta una parola.
La muraglia innalzatasi verso la Polonia quindi sembra per ora eccessiva. C'è stata menzogna, ma non antisemitismo.Israele deve sorvegliare che i neonazisti non tornino a seminare odio, ma i polacchi non sembrano appartenere a questa schiera e bene ha fatto Israele a sospendere il giudizio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.