«In queste settimane ho letto cose surreali. Su molti quotidiani ho trovato la fantomatica notizia che non c'erano denari e il Ponte era svanito. Falso. I soldi ci sono e l'idea è di aprire i cantieri nell'estate 2024». Non lo ha fatto, ma se avesse avuto in mano il Documento programmatico sulla di Bilancio inviato a Bruxelles, Matteo Salvini lo avrebbe sventolato con aria soddisfatta davanti ai giornalisti che ancora ieri lo interrogavano, scettici, sull'effettiva realizzazione del progetto. E ne avrebbe avuto ben donde, perchè a pagina 13 del capitolo 1.5 (Politica di Bilancio per il 2024) si legge: «La manovra assicura inoltre le risorse necessarie per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e di diversi investimenti a vantaggio delle regioni».
Dunque, promessa mantenuta: dopo cinquant'anni dalla costituzione della società Stretto di Messina, per la prima volta il progetto figura a pieno titolo tra gli investimenti che il governo intende realizzare. Sia chiaro, pur essendo un primo concreto passo non si può escludere che i contrari, presenti pure nella maggioranza di governo, non tentino di infilare qualche bastone fra le ruote. E tuttavia ci sono segnali che fanno pensare che questa volta non sarà facile fermare il treno. Si segnala, per esempio, che mentre a Roma lunedì il Consiglio dei ministri approvava la Manovra a gran velocità, nelle stesse ore a Palermo il governo regionale si impegnava a investire oltre 1 miliardo per cofinanziare la costruzione del ponte. Una nota della Regione precisa che l'investimento consentirà alla Sicilia di partecipare, con una quota del 10%, alla costruzione dell'infrastruttura il cui costo è stimato 12,5 miliardi. Dove verrà attinta la somma necessaria? Spiega Renato Schifani, presidente della Regione: «Gran parte del miliardo verrà dalla nuova programmazione del Fondo sviluppo e coesione 2021-27. Aggiungeremo poi ulteriori 200 milioni frutto di economie relative a risorse nazionali per il ciclo 2014-20 non spese».
Premesso che il documentop inviato a Bruxelles reca una implicita conferma che gli oltre 12 miliardi «sono interamente finanziati nella proiezione pluriennale dei tempi necessari per completare l'opera» (la precisazione è del ministro Giancarlo Giorgetti), la cifra destinata all'apertura dei cantieri per il 2024 è di 700 milioni che in tre anni diventeranno 3,5 miliardi. Inoltre, interlocuzioni sarebbero già state avviate con la Bei per reperire una parte delle risorse necessarie, visto che l'infrastruttura è classificata come opera d'interesse europeo. Nè si esclude che con il procedere dei lavori il pool dei finanziatori si possa arricchire di investitori istituzionali di rango globale. Del resto, Eurolink, il consorzio selezionato per la realizzazione dei lavori, è composto da costruttori che hanno lasciato il segno in non poche opere sul pianeta, a cominciare da Webuild (45% del consorzio) o la spagnola Sacyr (18,7%), le Condotte d'Acqua (15%), la giapponese IHI (6,3%) le cui competenze sono di per sè garanzia di successo per un'opera che, a confutazione di molte critiche, può davvero diventare un volano di crescita per il Paese, con la creazione di uno dei più vasti sistemi metropolitani del Mediterraneo.
Naturalmente accanto al ponte sarà necessario organizzare una rete ferroviaria e stradale adeguata, creando un'interconnessione tra aeroporti, porti e interporti. Non a caso il capitale della Stretto di Messina spa è suddiviso tra Anas (81,8%) e Fs (13%). Quanto all'opera, come più volte si è sottolineato si tratta del ponte sospeso più lungo al mondo, con una campata totale di 3.666 metri e una luce centrale sospesa di 3.300. L'impalcato, da completare entro il 2032, avrà una larghezza totale di 60 metri e le due torri poste a terra saranno alte 399 metri.
Il Ponte accoglierà 2 carreggiate stradali con 3 corsie per direzione (2 di marcia e una di emergenza) e una linea ferroviaria a doppio binario, consentendo un flusso di 6.000 veicoli all'ora e un passaggio fino a 200 treni al giorno, rivoluzionando così la mobilità dell'area e dell'intero Sud.
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