Al posto del "politico" filo-tasse Ruffini arriva il tecnico interno alla macchina

Era il numero 2. Proverà a fare dell'Agenzia un ente "amico"

Al posto del "politico" filo-tasse Ruffini arriva il tecnico interno alla macchina
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Una scelta interna ma non di secondo piano. Alla guida dell'Agenzia delle entrate arriva Vincenzo Carbone, il vice, fino alle sue dimissioni, di Ernesto Maria Ruffini. Ruffini, un uomo preparato e di grande valore, se n'è andato in polemica con il governo e si è parlato di lui come di un possibile leader del centro del centrosinistra. D'altra parte Ruffini ha la politica nel sangue e suo padre Attilio fu a suo tempo ministro.

Carbone è un tecnico ma non ha un profilo sbiadito: semmai la sua promozione battezza un'Agenzia orgogliosa della propria professionalità, non più stretta fra le presenze incombenti dei partiti da una parte e della Guardia di finanza dall'altra. Un'Agenzia chiamata a combattere l'evasione fiscale, eterna piaga italiana, ma che nello stesso tempo prova ad accreditarsi come un interlocutore amico o almeno non ostile al contribuente tricolore.

Veniamo da una lunga tradizione di diffidenza, se non peggio, e ora il ministro Giancarlo Giorgetti si è messo in testa di chiudere questa stagione e di aprirne un'altra, all'insegna della cooperazione fra l'istituzione e i cittadini.

Ruffini ha guidato la macchina per un periodo, poi, fra polemiche e esternazioni, ha lasciato. E ora si attende di capire quale sarà il suo futuro. Al momento la discesa in campo viene esclusa, ma la situazione potrebbe evolvere, anche se quell'area è fin troppo affollata.

Sul ponte di comando si insedia dunque Carbone, finora vicedirettore vicario e capo della divisione contribuenti. Ma Carbone ha alle spalle qualcosa come trenta e più anni nell'Amministrazione dello Stato. Classe 1963, avvocato, decide di non esercitare ed entra subito nel circuito della macchina finanziaria pubblica. Nel 1999 vince un concorso come dirigente presso il ministero delle Finanze e si addentra sempre più nella conoscenza di meccanismi tecnici assai complessi che il contribuente osserva da lontano, con una certa inquietudine.

Il suo cursus honorum è un susseguirsi di incarichi sempre più importanti. Dal 2005 è alla testa dell'ufficio Contenzioso tributario, successivamente si sposta all'ufficio Analisi e ricerca della direzione generale della Campania, la sua terra d'origine. Mantiene un profilo schivo e riservato, ma intanto scala tutti i gradi dell'Agenzia e nel 2020 raggiunge i vertici. Nel luglio 2023 gli viene attribuito il coordinamento delle attività finalizzate all'attuazione della Riforma fiscale. È una posizione delicatissima, a contatto con Giorgetti e con il viceministro Maurizio Leo che si dice lo stimi molto.

Sta dunque in una posizione centrale, ma esposta, come ufficiale

di collegamento fra due mondi che non sempre si intendono e qualche volta si confrontano in modo aspro. Carbone però non finisce bruciato su quella difficile frontiera. Anzi, quando Ruffini strappa, arriva il suo momento.

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