La volata al premierato (e che volata!) arriva da dove non si aspettava. Augusto Barbera, presidente della Corte costituzionale, ex ministro e in passato parlamentare del Pci e Pds, in una splendida lezione al Sole 24 ore, spiega che dalla «paura del tiranno» nascono tutti i mali italiani: «La forma di governo non solo può essere messa in discussione, anzi mi sento di dire che deve essere messa in discussione: è ora di superare un sistema ereditato dalla Guerra fredda, fatto apposta per non permettere ai vincitori delle elezioni di governare».
In un'intervista su due pagine del quotidiano il professore smonta pezzo per pezzo gli attacchi al ddl Casellati, a incominciare da quello dello svuotamento delle prerogative del Quirinale, per il potere del premier di sciogliere le Camere. «A certe condizioni, il potere del Primo Ministro di provocare il ricorso anticipato alle urne è presente in tutte le forme di governo parlamentari», taglia corto Barbera.
Mentre a sinistra prevale un imbarazzato silenzio, il M5S si scaglia contro di lui. Trovano «irrituale e inopportuna» l'intervista, i componenti delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, perché il presidente della Consulta parlando dei temi della riforma rischia «di condizionarne il percorso» e notano che «molte delle sue affermazioni sono in contrasto con quanto osservato da decine di altri autorevoli costituzionalisti che abbiamo ascoltato nelle audizioni».
Già ci sono altri pareri, ma qui parla Barbera, numero uno della Consulta, padre del riformismo italiano a cominciare dal maggioritario e peraltro non certo di simpatie di destra.
La ministra delle Riforme Elisabetta Casellati, che il premierato lo conduce per mano dopo il primo si' del Senato ora all'esame della Camera, replica: «Stupiscono le reazioni dei parlamentari del M5S sull'intervista di Barbera, la cui autorevolezza è indiscutibile. Il professore fa riferimento a concetti espressi più volte sia in plurimi scritti che in interventi pubblici, fra gli altri in audizione nella Bicamerale D'Alema. Sarebbe bastato semplicemente un approfondimento, facendo parte i parlamentari per di più della commissione Affari Costituzionali».
Barbera parla anche di autonomia differenziata, «progettata dal centrosinistra nel 2001», osteggiata dalla Lega e ora rivendicata dalla Lega con centrosinistra che si oppone, per dimostrare che la litigiosità a priori peggiora le riforme. Sul bicameralismo ricorda che «siamo rimasti l'unico Paese ad avere due Camere che hanno gli stessi poteri», si è persa un'occasione quando si è fatta la riduzione dei parlamentari «voluta dal M5S e approvata a larga maggioranza», ma è questa la strada per «rafforzare il parlamento.
La Costituzione non è in pericolo, ne è convinto e per la patente di antifascismo alla destra, ricorda i passi compiuti dal 1995 con il congresso di Fiuggi e auspica che «vengano ulteriormente rafforzati».
Soprattutto, il giurista raccomanda ai partiti di «non delegittimarsi reciprocamente», perché «ogni innovazione dovrebbe essere condivisa». Opposizione e maggioranza dovrebbero abbassare la temperatura del conflitto politico».
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