L'idea è contenuta nel programma elettorale condiviso da tutti i partiti di centrodestra: una riforma costituzionale che preveda l'elezione diretta del presidente della Repubblica. Illustrando questo punto del programma a Radio Capital, Silvio Berlusconi ha immaginato, per rendere più chiaro agli ascoltatori lo scenario, la riforma approvata e quindi ha illustrato tutte le sue conseguenze. Non ultima le dimissioni dell'attuale inquilino del Quirinale, Sergio Mattarella. Come ha poi precisato lo stesso leader di Forza Italia non c'era nelle sue parole alcun attacco al Colle.
Ai rappresentanti del centrosinistra e del cosiddetto «terzo polo», tuttavia, non è parso vero di poter cogliere un'occasione solo in apparenza ghiotta per alzare la ben rodata retorica della «democrazia a rischio», tacciando Berlusconi come nemico delle istituzioni. «Il fatto che il centrodestra inizi la sua campagna con un attacco a Mattarella - tuona il segretario dem Enrico Letta - e la richiesta di dimissioni dimostra che la destra è pericolosa per il paese».
Non solo non ha chiesto le dimissioni di Mattarella, replicano i forzisti, ma nelle sue parole è più che chiara la massima stima per la figura del presidente. «Ha ribadito una cosa ovvia - spiega la senatrice Licia Ronzulli -: in caso di approvazione del presidenzialismo, quando sarà, il capo dello Stato potrà essere scelto dagli italiani. A sinistra dimostrano di non avere uno straccio di idea di Italia e si attaccano al nulla pur di attaccare Berlusconi». Anche gli alleati fanno muro, con qualche piccolo distinguo. Ignazio La Russa (FdI) invita alla cautela: «Capisco Berlusconi, prima cosa, però, è arrivare al presidenzialismo», mente Roberto Calderoli (Lega) non vede automatismo tra riforma e dimissioni del presidente.
Nel centrosinistra per tutto il giorno , sono stati in tanti a sollevare polemiche e a lanciare accuse. Il deputato dem Filippo Sensi, vede nell'idea di Berlusconi un movente molto preciso: «Il presidenzialismo brandito come una clava. L'interesse personale e i sogni proibiti di Berlusconi davanti all'interesse del Paese. Ecco il progetto, chiaro e semplice». Il portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, arriva a dire che «l'attacco a Mattarella mostra il vero volto di quest'alleanza, ovvero quello dell'estrema destra. Si è superato ogni limite». Glissando ovviamente sul fatto che una simile riforma ha come precondizioni non soltanto la vittoria del centrodestra alle elezioni (democratiche) ma anche una vittoria ampia. Nel rispetto quindi del dettato costituzionale e delle regole imposte dalla legge elettorale, ribattono gli azzurri.
In questo contesto di surriscaldamento del dibattito c'è chi arriva anche (è il caso di Michele Anzaldi di Italia viva) al considerare «Berlusconi come di un fattore di rischio per la stabilità». Il suo ex compagno di partito, il dem Emanauele Fiano, si mette addirittura l'elmetto: «la destra prepara l'assalto per la conquista del potere assoluto». E poi c'è chi, come Maria Elena Boschi (Iv), sbaglia metafora scegliendo di bollare la proposta di Berlusconi (del presidenzialismo) come «fuori dal mondo» (in Francia non la prenderebbero bene, visto che da loro il presidenzialismo è un punto cardine del sistema politico).
Carlo Calenda nel suo furore iconoclasta da social arriva a dire che «Berlusconi non può essere eletto. Non credo sia più in sé». E poi rivolgendosi direttamente al leader azzurro aggiunge: «Non è Mattarella a doversi dimettere ma tu a non dover essere eletto. Ci stiamo lavorando». In questa giostra impazzita spiccano anche le dichiarazioni di Luigi Di Maio, («la destra vuole destabilizzare e buttare giù Mattarella»).
E si tratta dello stesso Di Maio che da «giovane grillino» voleva addirittura l'impeachment per il nostro capo di Stato.E viene da chiosare con una battuta di Gianfranco Rotondi che su Twitter confessa: «Ci sentiamo tutti più giovani ora che il Pd torna ad attaccare Berlusconi».
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