«Moderna, Pfizer e Astrazeneca stanno considerando di aggiornare i vaccini e verosimilmente includere la variante sudafricana. Appena arriverà la richiesta e dati a supporto, cercheremo di approvarla in tempi strettissimi». Marco Cavaleri, Responsabile della Strategia per le minacce alla salute e i vaccini presso l'Ema (Agenzia Europea per i Medicinali) segue da Amsterdam le dinamiche interne del nostro paese con trepidazione.
Ma non è stato detto che questi vaccini coprono già la variante inglese?
«Sì la coprono, ed è quella che prenderà il sopravvento in Europa a breve. Ci sono studi inglesi che dimostrerebbero anche un incremento di letalità, un segnale preoccupante. Quindi bisogna vaccinare il più possibile in fretta, senza timori né esitazioni».
Però i vaccini scarseggiano.
«Ora la Commissione ha raddoppiato gli acquisti di Pfizer, seicento milioni di dosi. E la produzione in Europa sarà potenziata. Il sito a Marburg lo valuteremo a breve, per metà marzo potrebbe essere attivo».
Le Regioni cercano dosi sul mercato.
«Nella Ue la distribuzione passa attraverso i governi. Ma non escludo che ci siano lotti in vendita provenienti da paesi extraeuropei, come India ed Emirati».
C'è da fidarsi?
«Girano vaccini contraffatti. Abbiamo già avuto una segnalazione dalla Polonia dove un mediatore cercava di vendere Pfizer contraffatto al mercato nero, un prodotto molto raffinato, quasi identico all'originale. Questo è un campanello d'allarme. I governi devono vigilare attentamente, acquistare attraverso canali ufficiali. C'è in gioco la vita e la salute delle persone».
I contagi aumentano. Lei cosa suggerisce?
«Con la varianti in circolazione e campagna vaccinale iniziata, un lockdown sostanziale potrebbe essere buona soluzione ma dovrebbe avere durata adeguata e questo potrebbe aggravare il disagio economico e sociale dilagante. In Inghilterra però, il lockdown pesante ha diminuito morte e contagi. E la salute pubblica dovrebbe avere la priorità».
A quando una buona notizia?
«In estate la situazione sarà più rosea. E a metà marzo arrivano i rinforzi. Speriamo di poter concedere l'autorizzazione condizionata al vaccino di Johnson & Johnson la cui singola dose protegge nell'85% dei casi dalla malattia grave anche in Sud Africa. Questo significherebbe che i vaccinati non vanno incontro a polmonite, ospedalizzazione o terapia intensiva».
Per gli altri prodotti a che punto siamo?
«Dopo maggio sarà possibile concludere la valutazione di Novavax e poi CureVac possibilmente a giugno».
E lo Sputnik che vuole acquistare anche il governatore De Luca?
«Per l'approvazione serviranno almeno due o tre mesi. Ci sono vari aspetti da verificare e l'azienda produttrice non è abituata alle richieste delle aziende regolatorie europee».
Per guadagnare tempo e fiale, si parla di somministrare una sola dose di vaccino per chi ha già fatto il covid.
«È ragionevole ed è una strategia di salute pubblica condivisibile. L'unica mia riserva è che la risposta immunitaria è molto variabile dopo la malattia».
L'Europa ha puntato su Astrazeneca, ma c'è diffidenza, per la copertura al 67% e per la limitazione agli under 55enni.
«Le polemiche sono infondate. Innanzitutto Ema lo ha approvato per tutte le età, senza distinzione. Poi ogni paese è libero di usare il vaccino come vuole».
Però mancano studi sugli over 55.
«Per la nostra conclusione, ci siamo basati sulla risposta immunitaria che è simile tra adulti e anziani. Non c'è nessuna ragione per limitare l'applicazione. Tra un mese chiarirà le cose uno studio americano su 30 mila soggetti di cui un quarto sono anziani».
Che
messaggio vuole lanciare ai medici che pretendono Pfizer o Moderna?«I dati sulla sicurezza di Astrazeneca sono rassicuranti. E durante una pandemia non c'è motivo per voler scegliere, tutti i vaccini proteggono».
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