Tra scricchiolii assortiti, passi indietro abbozzati e dubbi seminati qua e là, un'occasione per ribadire il perché si debba continuare a sostenere l'Ucraina e quale sia il significato, ben oltre i rifornimenti, di una coalizione solida, era estremamente importante. Per l'Ucraina ma anche per la stessa colazione. Ecco perché il presidente Volodymyr Zelensky è andato a Granada per la riunione della comunità politica europea. Ma questa volta il leader di Kiev ha alzato il tiro. Non tanto per la consueta e obbligata richiesta di aiuti. Questa volta, proprio mentre qualcuno prova a instillare il dubbio sull'appoggio all'Ucraina, lui ne instilla un altro: se vi fate da parte ora, presto potreste essere i prossimi.
Zelensky infatti ha deciso di sventolare lo spettro di una Russia pericolosa non solo per il suo Paese ma per l'Europa e il mondo intero. «La Russia sta cercando di congelare la situazione. Se ci riesce, si permette alla Russia di adattarsi ed entro il 2028 avrà ripristinato il potenziale militare che abbiamo distrutto e sarà abbastanza forte da attaccare i Paesi al centro della sua espansione. Oltre all'Ucraina, si tratta sicuramente degli Stati baltici e di altri Paesi in cui sono presenti contingenti russi. I nostri dati di intelligence sono chiari. Sta imparando dai propri errori e si sta preparando ad andare avanti», ha detto Zelensky. Non che il pericolo russo sia una novità assoluta ma detto così, in questo momento storico, fa certamente un effetto diverso e tocca corde particolari. Zelensky ha ribadito la necessità di avere uno scudo di difesa per l'inverno per proteggere il Paese mentre il suo ministro degli Esteri Kuleba ha garantito di aver ottenuto più sistemi di difesa aerea grazie agli accordi raggiunti con i partner. Tra questi, rimane in prima fila il nostro Paese. «Con Giorgia Meloni abbiamo riaffermato il forte partenariato italo-ucraino. Ho ringraziato l'Italia per il suo sostegno», ha detto Zelensky. La premier Meloni ha confermato il continuo e convinto sostegno a 360 gradi del governo italiano «finché sarà necessario e con l'obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura e complessiva».
Ma dalla realtà parallela in cui continua ostinatamente a vivere, torna a parlare anche il presidente russo Vladimir Putin con dichiarazioni e azioni che confermano una linea folle e pericolosa. «Non abbiamo iniziato la cosiddetta guerra in Ucraina. Al contrario, stiamo cercando di porvi fine», ha candidamente detto lo Zar dal forum di Sochi. Putin, che ha anche detto che in passato aveva proposto invano che la Russia entrasse nella Nato, ha raccontato che «la crisi ucraina non è un conflitto territoriale. La Russia è il paese più grande del mondo in termini di territorio. Non abbiamo alcun interesse a conquistare ulteriori territori, abbiamo abbastanza aree da sviluppare. Questo non è un conflitto territoriale e nemmeno una questione di stabilire un equilibrio geopolitico regionale». In conclusione per Putin «stiamo parlando dei principi su cui si baserà un nuovo ordine mondiale». Probabilmente nel suo ordine quanto avvenuto ieri a Kupiansk rappresenta la normalità, quindi, con decine e decine di civili falciati da un raid missilistico. Anzi, non pago delle immagini choc che hanno subito fatto il giro del mondo, Putin ha annunciato che «la Russia ha quasi completato il suo lavoro sulle armi strategiche avanzate e ha condotto con successo l'ultimo test del missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik». Si tratta del nuovo e sofisticato super missile con cui il Cremlino ha più volte minacciato, nemmeno troppo velatamente, l'Occidente.
Putin ha spiegato che Mosca prevede l'uso di armi nucleari in caso di attacco al proprio territorio e di minaccia all'esistenza della Russia, che vuol dire tutto e niente. Ma in caso di attacco nucleare Putin minaccia: «La risposta di Mosca sarà tale che il nemico non avrà possibilità di sopravvivere». Ecco a cosa si riferiva Zelensky. Ecco i rischi del girarsi dall'altra parte.
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