Primo via libera di Salvini a uno sbarco di migranti. Lite con Fico sulle Ong

Malta fa muro, il ministro frusta chi fa affari sugli sbarchi. Il grillino: "Aiutiamo chi aiuta"

Primo via libera di Salvini a uno sbarco di migranti. Lite con Fico sulle Ong

È stato ribattezzato il primo sbarco dell'era di Salvini al Viminale. Ma anche la prima crepa con l'alleato M5s sul tema migranti, con uno scontro a distanza tra il ministro e il presidente della Camera ,Roberto Fico, esponente dell'ala sinistra del Movimento. Ieri mentre Salvini attaccava le Ong «che fanno affari», a stretto giro Fico da un incontro proprio con una di loro, Medici senza Frontiere, sottolineava che «chi fa solidarietà deve avere tutto il supporto dello Stato. Lo Stato deve stare vicino a chi aiuta gli ultimi, la loro sofferenza è la mia sofferenza, la loro ricerca di una dignità è la mia». Dichiarazioni che fanno da contorno all'attracco di una nave di Sea Watch con 232 migranti attesa stamani a Reggio Calabria. È il primo autorizzato dal ministro che a pochi giorni dall'insediamento si ritrova faccia a faccia con l'emergenza e con il muro di Malta.

Nonostante l'isola del Mediterraneo sia il porto più vicino per le navi che soccorrono i migranti, continua a negare loro l'accesso, obbligando di fatto l'Italia a farsene carico. E così anche ieri è toccato alla Guardia costiera dare il via libera alla Sea Watch che da 80 ore vagava in area Sar, a dirigersi verso la Calabria. «Il buon Dio ha messo Malta più vicino della Sicilia. Non è possibile che risponda no ad qualsiasi richiesta di intervento», ha attaccato Salvini. Stavolta l'isola avrebbe risposto picche anche alla richiesta della sala operativa di Roma di soccorrere il peschereccio rimasto in balia del mare con 120 migranti a bordo. Da qui l'ira di Salvini. Un'accusa che la Valletta respinge al mittente, sottolineando di aver rispettato «di tutti gli obblighi» delle convenzioni internazionali sulla sicurezza in mare. Eppure il braccio di ferro con i maltesi va avanti da anni: «Malta ci nega l'attracco. Tendono a sottovalutare le condizioni di reale pericolo in cui si trovano le imbarcazioni per sottrarsi agli obblighi», spiegava in commissione Schengen il capo ufficio operazioni della Guardia Costiera, Nicola Carlone. Salvini replica: «Ci dicano gli amici maltesi quante navi con immigrati hanno attraccato nei loro porti nel 2018, quante persone sono sbarcate, quante domande di asilo sono state esaminate e accolte». Poi ha voluto far arrivare il grido d'allarme in Canada, al G7, al premier Conte: «Chiediamo un'alleanza difensiva per proteggerci. L'Italia è attaccata da Sud, non da Est».

Sull'eredità lasciata da Minniti, con cui resta freddezza, Salvini è tranchant: «Lo incontrerò il prima possibile, lo ringrazio per il pochino che ha fatto e non per il tanto che non si è fatto». A partire dai tempi necessari per smaltire le richieste di asilo: «Un iter di tre anni». Quanto alle Ong, il codice di condotta non basta per «intervenire in maniera efficace. Alcune fanno volontariato, altre fanno affari.

C'è un preciso disegno al limite delle acque territoriali della Libia per fungere da taxi», ha denunciato. Innescando la replica di Fico, che lunedì sarà a San Ferdinando, il paese dove domenica scorsa è stato ucciso Soumayla Sacko. A marcare simbolicamente le distanze dal nuovo governo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica