Non ci sono immigrati oggi al centro di prima accoglienza alla ex dogana del porto di Pozzallo, città scelta da Cgil, Cisl e Uil per la manifestazione nazionale del Primo Maggio dedicata proprio ai temi dell’immigrazione con lo slogan La solidarietà fa la differenza. I profughi sono stati trasferiti in altre sedi negli ultimi giorni, per motivi di sicurezza. Sulla banchina di un porto moderno e che si candida ad ospitare navi da crociera, è stridente il cimitero delle carrette del mare abbandonate e sotto sequestro.
"Non abbiamo più parole per dire quello che succede nelle acque del Mediterraneo". Ha aperto così, "prendendo le parole di un poeta", il suo intervento il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ricordando che "l’articolo 10 della Costituzione dice che c’è il diritto di asilo in questo Paese e poi l’articolo 11 che l’Italia ripudia la guerra". L’appuntamento è in piazza della Rimembranza, dove è stato allestito il palco. Dopo il saluto del sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, si sono alternate le testimonianze dei lavoratori (uno del settore del turismo, uno dell’agricoltura e un immigrato). A questi hanno fatto seguito gli interventi dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Dopo i comizi la deposizione in mare una corona di fiori in memoria dei tanti immigrati morti nel Mare Mediterraneo. "Abbiamo scelto Pozzallo per ringraziare i cittadini e le cittadine di questa città e di tutta la Sicilia che stanno danno esempio straordinario di accoglienza, solidarietà e fratellanza che deve essere seguito da tutta l’Europa. Nell’altra sponda del Mediterraneo muoiono ogni giorno migliaia uomini, donne anziani e bambini per fame, per la guerra, per la minaccia del terrorismo dell’Isis - ha spiegato la segreteria generale della Cisl, Annamaria Furlan - noi dobbiamo essere pronti come Europo ad accoglierli e a dare loro un futuro".
Dopo aver ringraziato Papa Francesco per i suoi richiami sull’immigrazione e la Sicilia per l’esempio di solidarietà che "l'Europa deve seguire", la Furlan ha detto che "ognuno ha diritto di venire in Europa per salvarsi la vita. Il trattato di Dublino va cambiato, è un’espressione del nostro egoismo.
Ognuno di noi è cittadino del mondo, ognuno di noi è migrante". Da qui la riuchiesta all'Unione europea mossa dal palco di Pozzallo da parte di tutte le sigle sindacali: "Non chiudete le frontiere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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