Il primo sindaco di colore italiano dice addio alla Lega

Sandy Cane, ex sindaco del comune di Viggiù: "Mi hanno ostacolata e usata"

Neanche 24 ore dopo l'annuncio che Tony Iwobi, di origini nigeriane, è stato nominato responsabile della Lega per l'immigrazione, il Carroccio viene di nuovo accusato di razzismo. A scompaginare i piani del segretario Matteo Salvini ci ha pensato Sandy Cane, ex sindaco della Lega nel comune di Viggiù, paese di 5000 abitanti in alta Valceresio (Varese). Di padre americano del Massachusetts e madre italiana del Varesotto, è stata il primo sindaco di colore italiano. Un guinnes fotografato anche su un articolo dell'Indipendent dopo la sua elezione nel 2009.

Ma dopo cinque anni di amministrazione la Cane ha messo in discussione la sua militanza nel partito. Come ha confidato alla Stampa "al 90 per cento restituirò la tessera: sono troppo delusa. A Viggiù sono stati cinque anni infernali: i consiglieri leghisti hanno fatto di tutto per farmi dimettere. Mi hanno massacrato. Poi, nel 2013, sono stata candidata al Senato in Valle d’Aosta e ho aumentato di oltre un punto percentuale i voti della Lega. Nonostante tutto questo mi hanno tenuto fuori dal listino per le Regionali".

Nessuna gratitudine per il primo cittadino che ben prima dei proclami di Salvini era riuscita ad allontanare l'accusa di xenofobia contro la Lega. La mancata elezione in Senato può essere alla base della "delusione", ma è soprattutto la totale mancanza di supporto il motivo dell'abbandono dell'ex primo cittadino, che si sfoga: "Sono stata usata".

Assicura che la Lega continuerà ad avere il suo voto, perché è l'unico partito a rappresentare gli interessi del Nord, ma se si dovesse ricandidare nel paese di Gressoney (Aosta), dove si è trasferita, lo farà con una lista civica.

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