Si dice (e si legge) che è una legge attesa da 25 lunghissimi anni. Ma la domanda è: attesa da chi? Perché certamente non tutti ritengono la legge sulla omotransfobia della massima priorità.
Eppure certi nostri politici il 3 di agosto, in piena pandemia e con l'economia al collasso, non hanno altro di meglio da fare che pensare a come arginare le discriminazioni e le violenze fondate su sesso e orientamento sessuale. Ma tant'è, e ieri c'è chi ha visto approdare nell'aula della Camera il ddl contro l'omotransfobia e la misoginia, come il primo uomo su Marte. Tra questi il relatore del provvedimento, l'onorevole Pd Alessandro Zan, che tratta la cosa come un avvenimento storico: «Un successo e un segnale di civiltà per dare piena dignità a tutte le persone del nostro Paese».
Senza tener conto del fatto che tanti suoi concittadini la dignità l'hanno persa da tempo ma non a causa della loro sessualità, quanto invece a causa della povertà provocata dalle scelte sbagliate dello Stato nel quale vivono. Il testo si ispira alla legge Mancino del 1993 che prevede il carcere per «chi inciti a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». In pratica il decreto legge Zan vuole estenderla ai reati di violenza «fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere». Si vorrebbe poi istituire, il 17 maggio, la «Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia».
Zan ha ricordato che sono passati «24 anni dalla prima proposta» che risale al 1996 a firma di Nichi Vendola e che da allora il Parlamento «ha fallito per ben sei volte». Eppur un motivo ci sarà. Lega e Fratelli d'Italia sono nettamente contrari («un bavaglio alla libertà d'espressione e di opinione che apre la strada a pericolose derive liberticide»). Contraria anche Forza Italia: «È pericolosa - attacca la deputata di azzurra e vicepresidente della commissione Affari costituzionali, Annagrazia Calabria - Mira a una sorta di pensiero unico, è una legge ideologica e liberticida, una legge illiberale e ingiusta». Anche se nel partito non tutti sono d'accordo: «Forza Italia nasce come partito liberale e come tale si è spesso dimostrato pronto a combattere ogni tipo di discriminazione», il commento più morbido della senatrice Barbara Masini.
«Non possiamo permettere che venga approvata una legge che vuole istituire una sorta di tribunale di inquisizione», il pensiero di Ciro Maschio di Fdi. Per Luca Paolini della Lega «non c'è nessuna emergenza» che giustifichi un provvedimento ad hoc, essendo reati e pene già previsti nell'ordinamento giuridico.
Il popolo del Family day leva gli scudi contro la legge e denuncia Zan. Per la Chiesa una legge contro l'omofobia «rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui più che sanzionare la discriminazione si finirebbe col colpire l'espressione di una legittima opinione».
E nel mondo gay e lesbo impera la confusione. L'Arcigay invita a non fare «giochi politici sulla pelle delle persone». L'associazione lgbt scrive al presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, per incoraggiarlo a prendere una posizione di sostegno al ddl Zan.
Mentre Arcilesbica contesta l'uso dell'espressione «identità di genere, perché in altri Paesi viene usata per pretendere il riconoscimento del cambio di sesso sulla base della sola auto-definizione». Forse c'è bisogno di altri 25 anni.
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