«Non mi servono più questi diplomi, questo non è un Paese per l'educazione. Se mia sorella e mia madre non possono studiare non accetterò questo sistema»: lo ha detto un professore dell'Università di Kabul in diretta tv, strappando dei certificati di diploma davanti al conduttore incredulo. Lo riferisce la stampa di New Delhi. È l'ultima clamorosa protesta contro il bando alle donne in scuole e università imposto dai talebani: il frammento di trasmissione di Tolo News che immortala la protesta del docente pubblicato sui social è divenuto presto virale in tutto il mondo.
Anche il Consiglio di Sicurezza Onu ha chiesto la piena, equa e significativa partecipazione di donne e ragazze alla vita pubblica in Afghanistan, denunciando la decisione delle autorità talebane di vietare loro di frequentare le università o lavorare per organizzazioni non governative. I talebani devono immediatamente revocare le restrizioni imposte alle donne in Afghanistan. È l'esortazione arrivata dall'Alto Commissario per i Diritti Umani, Volker Turk, condannando le «terribili» conseguenze di queste misure che rischiano di destabilizzare il Paese. «Nessun paese può svilupparsi, anzi sopravvivere, socialmente ed economicamente con metà della sua popolazione esclusa. Queste restrizioni imposte a donne e ragazze non solo aumenteranno le sofferenze di tutti gli afghani ma, temo, rappresenteranno un rischio oltre i confini dell'Afghanistan». Le autorità talebane hanno decretato il divieto per le ragazze e le donne di andare all'università e lavorare per le organizzazioni non governative. «Vietare alle donne di lavorare nelle Ong priverà loro e le loro famiglie del loro reddito e del loro diritto a contribuire positivamente allo sviluppo del loro Paese e al benessere dei loro concittadini», ha affermato, sottolineato che il bando «danneggerà in modo significativo, se non distruggerà» la capacità delle organizzazioni non governative di fornire servizi essenziali.
Intanto tre ong straniere hanno annunciato che stanno sospendendo le loro attività in Afghanistan a seguito del divieto dei talebani alle organizzazioni non governative che lavorano con le donne.
«In attesa che questo annuncio venga chiarito, sospendiamo i nostri programmi, chiedendo che uomini e donne possano ugualmente proseguire nel salvare vite umane in Afghanistan», hanno affermato le organizzazioni Save the Children, il Norwegian Refugee Council e Care Internazionale.
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