La "profezia" di Minniti: cosa succederà nel Mediterraneo

Il monito dell'ex ministro dell'Interno: "La competizione sotterranea tra Stati deve cambiare"

La "profezia" di Minniti: cosa succederà nel Mediterraneo

Una crisi politica in questa fase è un disastro, parola di Marco Minniti. L’ex ministro dell’Interno, oggi presidente della Fondazione Med-Or, non ha utilizzato mezzi termini per definire lo strappo targato Conte. Una rottura che ha delle ripercussioni a livello nazionale, ma non solo. Questa è un’epoca di grandi cambiamenti, un momento decisivo per riscrivere le regole di un nuovo ordine internazionale. E l’Italia c’è dentro da protagonista.

“Il Mediterraneo si sta scoprendo il nuovo fronte caldo del mondo. E noi ne siamo al centro”, ha esordito Minniti ai microfoni di QN. La guerra si sta combattendo in Ucraina, ma quello di Putin è un attacco all’intero occidente. Eppure, il crocevia della crisi è proprio il Mediterraneo, secondo l’ex titolare del Viminale. Il futuro passa da lì: “Tutte e tre le tre grandi questioni che nascono dalla guerra in Ucraina: la crisi energetica, quella umanitaria, e quella alimentare. Guardi che cosa è accaduto con la visita di Biden a Riad, dai sauditi”.

Soffermandosi sul Mediterraneo, Minniti ha evidenziato che la crisi energetica passa proprio da qui, come quella dei flussi migratori: “La guerra in Ucraina ha prodotto nove milioni di profughi ucraini. Se dovesse arrivare anche un flusso forte dal sud, l'Europa non reggerebbe. Pensa che la Polonia, che già ospita due-tre milioni di ucraini sarebbe disposta a prendere anche profughi del sud del mondo?”.

Altro dossier rovente è quello del grano, i corridoi transitano dal Mediterraneo. Un bene che rappresenta una necessità per il 90-95 per cento dei Paesi africani. Da questo punto di vista, sono arrivati dei messaggi incoraggianti, ha rimarcato Minniti: “I russi paiono disposti a qualche segnale concreto. In più farebbero gestire tutto all'Onu e alla Fao, che è diretta da un cinese. In questo modo la Cina che non intende rompere con la Russia ma neppure vuole un allargamento del conflitto, entrerebbe in maniera concreta nella gestione di un dossier per raffreddare la crisi”.

Un fattore è fondamentale, il ruolo dei Paesi del Mediterraneo nel riordino post crisi ucraina. Per Minniti è necessario dare vita a “una sorta di convenzione” tra i vari governi, con l’obiettivo di “far capire a tutti gli Stati, anche i più piccoli, che nessuno di loro sarà lasciato solo e che saranno prese in considerazione le loro esigenze”. Come anticipato in precedenza, per l’ex ministro dell’Interno l’Italia è centrale in questo disegno, insieme alla Francia.

Roma e Parigi hanno il compito di rafforzare la collaborazione, partendo dall’intesa sul Trattato del Quirinale: “Se non torniamo a considerare il Mediterraneo il centro dei nostri interessi ci troveremo stretti in una morsa dalla quale non usciremo. E per far questo è necessario coinvolgere tutti. La competizione sotterranea tra stati deve cambiare”.

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