Psicodramma Républicains. Ciotti espulso dalla presidenza. Ma lui: "Resto io il leader"

Votata all'unanimità la sua cacciata: "Traditore". Anche nell'ultradestra Marion contro Zemmour

Psicodramma Républicains. Ciotti espulso dalla presidenza. Ma lui: "Resto io il leader"
00:00 00:00

«Non c'è posto per i traditori e per i colpi di Stato improvvisati», tuona inferocita Valérie Pécresse, presidente dell'Ile de France, dopo essersi precipita in Place du Palais Bourbon. La sede del suo partito, Les Républicains (Lr), è rimasta chiusa per diverse ore nella mattinata di ieri, prima del suo arrivo, formalmente «per garantire la sicurezza del personale dopo le minacce ricevute», di fatto - sono convinti Pécresse e gran parte dei pesi massimi del partito - per impedire la rivolta interna che si è consumata subito dopo. Nel pomeriggio, dopo che la porta della sede è stata riaperta grazie all'ostinazione di molti gli esponenti del centrodestra e grazie alla doppia chiave in mano alla segretaria generale Annie Genevard, un voto all'unanimità dell'ufficio politico dei Repubblicani ha decretato l'espulsione del presidente Eric Ciotti, il leader che ha trascinato il centrodestra in un terremoto senza precedenti con l'annuncio, ventiquattrore prima, della contestatissima alleanza con l'ultradestra del Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella.

In questa Guerra dei Roses politica, fra il grottesco e l'imprevedibile, anche quel voto è destinato a lasciare parecchie ferite nel centrodestra e nella Quinta Repubblica. Ciotti, che poco prima aveva sbarrato l'ingresso della sede nel tentativo di evitare la rivolta contro di lui, non ne vuole sapere di essere cacciato, convinto di interpretare la volontà di molti elettori del centrodestra, e denuncia una violazione palese dello statuto del partito: «Sono e resto presidente», dice sfidando i vertiti dei Républicains. Dice di sentirsi lui vittima di un golpe e avverte: «Circa 80 candidati Lr saranno sostenuti dal Rassemblement National alle prossime elezioni».

È uno psicodramma che segna uno dei punti più bassi della politica e della democrazia francese quello che si sta consumando nel partito che raccoglie l'eredità di De Gaulle, Chirac e Sarkozy, come ha ricordato ieri il presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Il caos lo ha scatenato proprio il capo dello Stato, chiamando il Paese a elezioni anticipate per il 30 giugno e il 7 luglio, dopo l'exploit del Rassemblement National alle europee. E la prima «vittima» del sisma politico che da Bruxelles ha prodotto i suoi effetti a Parigi è proprio il centrodestra francese. La presidenza ad interim di Lr è ora in mano alla segretetaria generale Annie Genevard e a François-Xavier Bellamy, capolista alle europee. Ma il clima nella destra moderata francese è incandescente. La commissione nazionale d'investitura dei Républicains ha deciso di confermare, in vista del voto, tutti i deputati uscenti, tranne Ciotti e Christelle D'Intorni, i due favorevoli all'alleanza con l'ultradestra. Nella circoscrizione di Ciotti, il partito metterà un proprio candidato contro il presidente deposto.

Il tempo stringe e, a poco più di due settimane dal voto, le grandi manovre elettorali agitano come mai prima d'ora la politica francese. Se per Marine Le Pen e Jordan Bardella si delinea uno scenario win-win, in cui il Rassemblement National ha solo da vincere, a vivere una lacerazione interna in queste ore è anche l'altra ala dell'estrema destra, quella di Eric Zemmour e del suo Reconquête, escluso dall'alleanza annunciata tra Rn e Lr. La capolista del partito Marion Maréchal, nipote di Marine che due anni fa ha deciso di imbarcarsi nell'avventura con Zemmour, ha annunciato di opporsi alla linea del suo leader, che ha deciso di «presentare il maggior numero possibile di candidati» contro la coalizione guidata dal Rassemblement National.

«Un errore» ha detto Marion, che ha invitato a votare i candidati sostenuti da Rn ed è convinta che serva mettere «gli interessi della Francia davanti agli interessi dei partiti», di fronte a «un'opportunità da non perdere». Bardella l'ha elogiata. E chissà che la Marion prodiga non torni all'ovile.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica