Tante polemiche per nulla. Pupo non parteciperà alla serata finale del festival canoro «Road to Yalta» che si terrà domani in un teatro costruito per l'occasione a Mosca. Il cantante toscano lo ha rivelato ieri a Dagospia con un videomessaggio piuttosto sibillino: «È successo l'imprevedibile - si ascolta - sulla mia partecipazione al festival Road to Yalta. In virtù di riflessioni e assorto nei miei pensieri nel viaggio che sto facendo verso il Belgio, verso Spa, ho deciso di non partire per Mosca». Enzo Ghinazzi (questo il nome all'anagrafe di Pupo) ha però tenuto a precisare che il suo forfeit non ha nulla a che vedere con gli attacchi social ricevuti nelle ultime ore. «Il motivo? Non certo per le polemiche e per tutto ciò che è accaduto in questi giorni ma per un fatto che vi spiegherò più avanti. Sono molto chiaro e leale con tutti, a prescindere da chi sono gli interlocutori».
Così quello che l'organizzazione del «Sanremo russo» aveva definito « il leggendario italiano, il cantante che ha conquistato i cuori russi molto tempo fa» non conquisterà nuovi cuori. Pupo è molto amato dai russi e non è la prima volta che si reca nel Paese per motivi professionali, ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e ha anche commentato l'Eurovision russo. Nell'edizione del 2021 del festival che un tempo si teneva a Yalta e che dal 2014 per ragioni geopolitiche si svolge nella capitale, Pupo è stato membro della giuria ed è stato addirittura protagonista sul palco con una canzone. E non una canzone qualsiasi, bensì Bella ciao, che eseguì assieme al collega italiano Thomas Grazioso, al cantante russo Ernest Matskiavichius e alle musiciste della Otta-Orchestra. Chi vuole può ripescare online il video della bizzarra esibizione. Anche quest'anno Pupo avrebbe dovuto esibirsi con un brano dal titolo C'è solo un attimo e dal testo piuttosto innocuo: «C'è solo un attimo fra il passato e il futuro. Proprio questo attimo si chiama vita. Il riposo eterno difficilmente rallegra il cuore». Sembra un inno al pacifismo, ben lontano dalle intenzioni bellicose dell'organizzazione russa, che attribuisce a «Road to Yalta» un valore ideologico. «Quei musicisti che vengono al festival - aveva detto Denis Maidanov, vicepresidente del comitato cultura della Duma - da altri Paesi sono combattenti per la giustizia, comprendendo che le muse possono e devono parlare contemporaneamente alle pistole».
La notizia della partecipazione di Pupo al festival moscovita non era stata presa bene in Italia, dove si è voluto vedere nell'ospitata un tacito sostegno alla aggressione russa dell'Ucraina, anche se Pupo non si era mai espresso in merito. Perfino il collega e amico Al Bano aveva condannato la scelta: «Sono basito.
Pupo è libero di fare ciò che vuole, ma bisogna chiedersi davvero se sia opportuno, in questo momento, andare a fare le star in Russia». Anche la Rete ha attaccato il cantante di Ponticino molto duramente e forse il cantante ha voluto sottrarsi alla gogna mediatica.
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