Pure Napolitano contro l'Anpi: "La vostra posizione mi offende"

L'ex capo dello Stato si schiera col governo: "È offensivo dire 'voto no' per difendere la Carta". E Renzi difende la Boschi: "Nessuna gaffe, ma rispettiamo tutti i partigiani"

Pure Napolitano contro l'Anpi: "La vostra posizione mi offende"

Resistere, resistere e resistere. La nuova Resistenza è renziana. Ed è guidata da Giorgio Napolitano, vero artefice della riforma costituzionale che porta il nome del ministro Maria Elena Boschi. L'ex capo dello Stato si schiera con il governo e attacca a testa bassa l'Anpi: "Ci vuole libertà per tutti, ma nessuno però può dire: io difendo la Costituzione votando no e gli altri non lo fanno". E mette in chiaro: "Dire questo offende anche me. Mi reca un'offesa profonda". Ad aprire il braccio di ferro era stata proprio la Boschi che ieri pomeriggio, a In mezz'ora, aveva messo in chiaro che soltanto "i veri partigiani votano 'sì' al referendum".

Lo scontro sul referendum costituzionale si sta facendo sempre più aspro, dentro e fuori dal Pd. È stato un commento alla decisione dell'Associazione Nazionale Partigiani di schierarsi a favore del fronte del "no" ad accendere la miccia delle polemiche. "Come direttivo nazionale l'Anpi ha preso una linea - ha tuonato ieri il ministro per le Riforme - ma ci sono molti partigiani, quelli veri, che voteranno 'sì'". La minoranza dem si è subito schierata al fianco dei partigiani rintuzzando i vecchi rancori che dividono il Nazareno. Dai microfoni di Radio 105, Matteo Renzi ha difeso le parole della Boschi cercando, tuttavia, di smorzare i toni del dibattito. "Nel merito non vedo gaffe - ha detto il premier - quella dell'Anpi è una posizione del tutto legittima e al suo interno alcuni hanno scelto, quelli che hanno fatto la Resistenza, di votare 'sì'. All'interno dell'Anpi qualcuno voterà sì e qualcuno voterà 'no' - ha continuato - ci sono i veri partigiani che voteranno 'sì' e quelli che voteranno 'no', e noi abbiamo rispetto per tutti i partigiani". Polemica finita? Macché. A entrare a gamba tesa ci ha pensato Napolitano. Un tackle che fa male perché messo a segno dal padre della riforma della Carta su cui il prossimo ottobre gli italiani dovranno esprimersi se tenere o bocciare. "Ci vuole libertà per tutti - tuona l'ex presidente della Repubblica - nessuno può dire: 'Io difendo la Costituzione votando 'no' e gli altri non lo fanno'". Per Napolitano quella dell'Anpi è una posizione offensiva: "Mi reca un'offesa profonda".

Il governo si è schierato compatto attorno al premier. Lo ha fatto pure il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, storicamente tesserato dell'Anpi. "Al referendum voto sì", ha messo in chiaro annunciando che farà la campagna referendaria perché è "convinto della bontà di questa scelta".

"Sul tema della Costituzione - ha concluso il ministro - ci sono opinioni diverse: io credo che vadano rispettate, ma è anche legittimo che la Boschi, che ha lavorato tanto a questa riforma, la difenda e la proponga".

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