A volte ritornano, anche le guerre fredde. Non che i potenti del mondo agiscano in uno stato di sonnambulismo come accadde nel 1914 per la deflagrazione della Grande Guerra, l'Ucraina non è Sarajevo né Danzica e nemmeno la Cuba dei missili sovietici. Ma il rapporto tra un possibile incremento delle sanzioni occidentali alla Russia e la risposta del Cremlino apre scenari internazionali tanto inquietanti quanto innovativi. La storia imita a volte sì stessa, mai però in maniera identica. L'incognita maggiore viene ora dall'alto. Non perché sul mondo possano di nuovo calare spaventosi ordigni nucleari, come su Hiroshima e Nagasaki. Ma perché il cielo è adesso conteso.
Migliaia o decine di migliaia o centinaia di migliaia di grandi aerei gremiti di passeggeri solcano l'azzurro infinito.
Ma l'azzurro, quello che sovrasta continenti e nazioni, non è di tutti. È, in larga misura, di chi sta sotto. E Vladimir Putin fa sapere, tramite il fido Medvedev, che se i paladini occidentali della lacerata Ucraina esagereranno nel volergli imporre divieti lui risponderà a tono. Non solo bloccando i rubinetti energetici, ma addirittura sbarrando gli ingressi dell'immenso spazio aereo che sta sopra l'immensa Russia.
Non violenza e sangue - le superpotenze non hanno nessuna voglia di sporcarsi le mani e lasciano l'incombenza agli abitanti d'una nazione con due identità -, ma disagi immani in quel meccanismo d'alta orologeria che è il traffico a diecimila metri dalla superficie della Terra. Una rappresaglia, quella prospettata, che somiglierebbe abbastanza a quella di Nasser quando chiuse il canale di Suez e costrinse le flotte petrolifere alla circumnavigazione dell'Africa, con un aumento devastante del prezzo dei carburanti. Una corda al collo dei Paesi industrializzati del pianeta, e una corda che solo Putin possiede. Nessun altro Stato, nemmeno i più estesi come il Brasile o la Cina o l'India o gli Usa, controlla uno spazio paragonabile, nonostante gli smembramenti postcomunisti, a quello russo. Pigmei anche colossi economici come il Giappone o rispettabili potenze di medio calibro come l'Italia.
S'era tanto parlato, nei giorni scorsi, dell'arma energetica impugnata dall'uomo di Mosca ed ecco che lui, con l'inventiva che lo distingue, estrae dal cilindro di grande prestigiatore l'arma aerea. Applicata ai nervi vitali del mondo globalizzato.
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