Si alza il sipario e ancora una volta c'è lui: «Questo bagno di azzurro mi commuove».
Silvio Berlusconi introduce alla sua maniera Augusto Minzolini e Alessandro Sallusti, i due direttori che dovrebbero introdurre lui: «Sono i più bravi e poi hanno una cosa che li rende simpatici: sono calvi».
La platea del teatro Manzoni, tutto esaurito, sorride.
Ma il Cavaliere già cambia spartito: «Pensate al dolore che mi dà questo conflitto fra l'Occidente e la Russia. Nel 2008 sono stato ore al telefono per convincere Putin a non invadere la Georgia. E ci sono riuscito, la mattina decisiva le truppe non hanno oltrepassato il confine, anche se era stata la Georgia ad aprire le ostilità sparando alcuni missili su tre villaggi russi di confine. Ora invece siamo tornati a prima di Pratica di Mare, quando ero riuscito a mettere fine alla Guerra fredda. Sono stato molte volte con Putin in Russia: la Russia è uno stato europeo. Spero che si possa superare questa situazione».
Alessandro Sallusti rimane sulla scena europea e sulle dichiarazioni del Cavaliere a Porta a porta: «Presidente, la sinistra la accusa di difendere Putin».
«Ma no, stravolgono quel che ho detto. Abbiamo votato una marea di provvedimenti, compreso l'invio di armi all'Ucraina. E noi siamo garanzia di un governo ancorato all'Europa, come mi ha detto Manfred Weber del Ppe».
La funzione equilibratrice, dunque anzi, di più. «Determinante - spiega il Cavaliere -. Tutte le decisioni dovranno essere prese in sintonia con i nostri valori e se gli altri due partiti fossero non in sintonia con quei valori, non staremmo un minuto in più al governo. Se non ci fossimo noi, ci sarebbe la destra destra».
Ma come venire incontro all'opinione pubblica che vede le bollette salire, chiede Minzolini.
«La colpa è della sinistra - risponde - con i no ai rigassificatori e pure alla ricerca sul nucleare pulito di quarta generazione. Noi abbiamo portato la percentuale di energia che arriva dalla Russia al 19 per cento, Letta e la sinistra al 45 per cento. Non hanno capito nulla».
«Ma oggi - si accalora il fondatore di Forza Italia - dobbiamo difendere le famiglie: le famiglie non devono pagare un euro in più rispetto a due anni fa. Tutto questo non può accadere: lo Stato c'è e deve assumersi tutto l'aumento che arriva, lo Stato deve entrare in campo, se non lo farà il governo attuale, lo faremo noi nei primi Consigli dei ministri. Certo, abbiamo un debito che è il terzo del mondo, come ricorda Meloni, e allora ho suggerito altre soluzioni. In Gran Bretagna hanno creato un fondo finanziario, finanziato dalle banche, per aiutare le imprese».
I temi e le domande si ricorrono. C'è la Russia che preoccupa il mondo e ci sono i conti astronomici delle famiglie. Poi c'è la politica che incombe, domenica si vota e alla fine bisogna prendere una decisione nella cabina.
C'è il terzo polo, quello del duo Renzi-Calenda. «Vorrei sapere - afferma il Cavaliere - quanto resteranno insieme. Mezza giornata o cinque minuti? E poi loro sono il quarto polo, il terzo sono i 5 stelle e poi ancora Calenda è eurodeputato del Pd. Il voto a loro è un voto sprecato che irrobustirà solo Pd e 5 Stelle».
Berlusconi beve un bicchiere d'acqua e racconta che a Lesmo, in piena campagna elettorale, ha avuto un piccolo incidente che ha preoccupato molto i medici, ma non lui. Una brutta caduta su un gradino infido che però non ha fermato il suo impegno.
Però, come nota Minzolini, c'è da preparare anche il dopo che inizia lunedì. Il centrodestra potrebbe vincere e la domanda è che governo si prepara: «Sarà un governo politico ma spero di avere protagonisti di prima forza dalla cultura, dall'Università, dal volontariato». Insomma, sarà un esecutivo che pescherà fra i politici, ma non sarà prigioniero del Palazzo.
Inevitabile il passaggio successivo: una valutazione dei due leader del centrodestra. «Ve lo dirò lunedì sera», ironizza Berlusconi che vuole aspettare i risultati. Ma poi la risposta arriva: «Intanto proporrò di tornare a votare il lunedì e a rendere pubblici i sondaggi che oggi non sono divulgabili negli ultimi giorni». Sembra che il Cavaliere voglia tenere per se quel che pensa e invece arriva al punto: «Giorgia e Matteo sono leali, con loro ho un rapporto fra padre e figli».
Applausi e ancora applausi nel teatro dove si è radunato il popolo di Forza Italia, scaldato da Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo.
Lui vira su Enrico Letta: «Mi ricordo una sola proposta di Letta: la patrimoniale». E lo imita. «Letta è uno sventurato che dovra gestire una sconfitta, sapendo che sarà molto grave, addirittura sanguinosa».
E poi apre il capitolo povertà: «Nel nostro Paese ci sono quattro milioni e 750 mila persone nella povertà assoluta. Una vergogna, in realtà in Italia uno su tre non è nel benessere. Dobbiamo intervenire».
Ma come? gli chiedono i direttori. «Il reddito di cittadinanza - scandisce - non va abolito, ma modificato: dobbiamo arrivare a mille euro al mese per le fasce più deboli, ma i giovani che stanno sul divano a vedere la tv, quelli no, per loro dobbiamo agire in altro modo. Mille per gli anziani, mille per i disabili; i giovani che hanno già contratti ma troppo bassi devono poter arrivare pure a mille euro».
Insomma: no a sacche di assistenzialismo, sì allo sviluppo.
E aiuto a chi si dà da fare: «Dobbiamo offrire ai giovani opportunità di lavoro con mutuo garantito dallo Stato. Noi dobbiamo intervenire per abbattere il carico fiscale che grava sul dipendente appena entrato nel circuito produttivo: così avremo più assunzioni». Argomenti Complessi.
Sallusti prova a giocare con il vecchio, intramontabile gioco delle pagelle. Giuseppe Conte: «Posso dire quel che penso senza dare voti. Questi signori non hanno mai lavorato».
Le faccio un altro nome, insiste Sallusti, Silvio Berlusconi: «Berlusconi è il migliore». Risata compiaciuta. Riprende: «Berlusconi è un signore rispettoso degli altri, umile, generoso. Questo è il Berlusconi che vedo allo specchio».
Ci sono anche i social. «Sono andato sui social e su Tik Tok. Questo mi è servito per vedere i giovani diversi dallo stereotipo dei bamboccioni: li ho trovati informati, concreti, attenti. Leggendo i messaggi, mi sono divertito, anche le critiche sono ironiche».
Sallusti: faccia l'ultimo appello. «Eccolo: è quello su Instagram. La pillola di domani: paghiamo troppe tasse, a volte non capiamo nemmeno quante sono. Quindi la risposta è la flat tax al 23 per cento. I redditi medio bassi saranno protetti, sarà progressiva come chiede la Costituzione». Il Cavaliere cita Reagan: «Negli anni di Reagan i soldi del gettito son raddoppiati. E poi dobbiamo abolire le autorizzazioni preventive. Vuoi aprire un negozio? Mandi una raccomandata al Comune e il giorno dopo puoi aprire. Poi ci saranno i controlli, ma chi è in regola si porta avanti».
Ancora la giustizia; garantismo ed efficienza del sistema. «Oggi i tempi della giustizia sono quattro volte più lunghi della media europea. Dobbiamo abbatterli. E ci vuole più giustizia giusta; separazione delle carriere, come diceva già Giovanni Falcone e il pm sarà l'avvocato dell'accusa e non il vicino di stanza del giudice. Poi renderemo inappellabili le sentenze di assoluzione».
Infine l'ambiente: «Non va affrontato in modo ideologico. Abbiamo molte proposte, la nostra più importante è piantare ogni anno un milione di alberi un più. Il verde è salvezza, salute».
Siamo al termine.
«Il motto è questo: chi ci crede combatte, chi ci crede supera tutti gli ostacoli, che ci crede vince».Il teatro si alza in piedi per la standing ovation. Lui saluta alla sua maniera: «Adesso tutti a casa al telefono. A convincere gli amici e gli indecisi».
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