Se non ci fossero i No vax il Covid non farebbe più paura. Basta leggere i dati sulle terapie intensive rilevati dalla Fiaso nei 21 ospedali sentinella per rendersene conto: oltre sette letti su dieci, cioè il 72%, è occupato da pazienti non vaccinati. Ci sono persone di tutte le età, dai 18 agli 83 anni e la metà di questo popolo irriducibile era in perfetta salute prima di essere colpito dal Covid. A differenza del restante 28% di pazienti vaccinati con due dosi ma finiti in terapia intensiva: due su tre presentava altre gravi patologie che potrebbero aver determinato una ridotta efficacia del vaccino. A fare due conti, dunque, emerge che dei 1.428 posti di terapia intensiva ormai occupati in tutta Italia, oltre mille sono dedicati a persone che avrebbero potuto vaccinarsi senza aggravare la pressione sugli ospedali di giallo o arancione.
Dai dati raccolti dalla Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere, emerge un altro dato allarmante: l'escalation dei ricoveri per Covid dei bambini. Tra il 28 dicembre e il 3 gennaio sono cresciuti dell'86% i pazienti in ospedale sotto i 18 anni rispetto alla settimana precedente, passando da 66 a 123 ed è triplicato il numero di piccoli in terapia intensiva: da 2 a 6. La causa di questa crescita è legata agli adulti che vivono in famiglia, spesso non vaccinati. E Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, chiede una rapida accelerazione delle immunizzazioni: «Il vaccino degli adulti a oggi rappresenta l'unica arma che abbiamo a disposizione per proteggere i più piccoli al di sotto dei 4 anni e più fragili che non possono ancora essere vaccinati». Un appello lanciato anche dal Bambino Gesù, l'ospedale pediatrico romano, dove ormai sono raddoppiati nel giro di poche settimane i piccoli pazienti: 50 i ricoveri, quattro in terapia intensiva.
Ma gli appelli non frenano la curva dei contagi che continua la sua ascesa e raggiunge un totale di 1.421.177 di positivi. Nelle ultime 24 ore i casi sono stati 189.109, 231 i decessi. Aumenta la pressione negli ospedali: le terapie intensive sono 36 in più e salgono a 1.428 in totale, mentre i ricoveri ordinari crescono di 452 unità, per un totale di 13.364. E, secondo Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, hanno ormai raggiunto il 20% dei posti su scala nazionale. La regione con il maggior numero di casi oggi rimane la Lombardia, con 51.587, davanti a Campania (16.972), Toscana (16.957), Piemonte (16.937) e Veneto (16.871). E po' ovunque continua la via crucis per effettuare i tamponi: 1.094.255 tra molecolari e antigenici con un tasso di positività che si attesta al 17,3%.
I numeri sono alti ma il picco è al di là da venire se è vero che Omicron ormai dilagante anche nel nostro paese, fa raddoppiare i casi ogni cinque giorni. La situazione potrebbe peggiorare conferma Carlo La Vecchia, epidemiologo e docente della Statale di Milano. «I decessi e l'aumento dei ricoveri riflettono i casi di due-tre settimane fa, quando avevamo mediamente 25-30mila casi al giorno. Se i numeri di oggi si tradurranno fra due o tre settimane in malati gravi, ossia ricoverati e poi in decessi, saremo davvero in una situazione tragica».
Mentre si lotta negli ospedali, la campagna vaccinale prosegue a pieno ritmo e sono in arrivo 2,8 milioni di dosi di rinforzo. Martedì somo state somministrate 640 mila dosi di cui 34 mila pediatriche e 532 mila richiami. Le prime dosi per gli adulti sono ferme a 74 mila.
Ad oggi, l'89,13 della popolazione over 12 ha ricevuto almeno una dose di vaccino e l'86,07 è coperto da due dosi. Il booster invece ha già coperto il 67,6 degli interessati. Per quanto riguarda la platea 5-11 anni, uno su dieci ha fatto la prima dose: complessivamente sono 401.532 i bimbi già parzialmente protetti (10,9 %).
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