Quell'asse trasversale su diritti e riforme

Dall'autonomia allo ius scholae, patti inediti tra i partiti di maggioranza e opposizione

Quell'asse trasversale su diritti e riforme
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Evviva le larghe intese sotto l'ombrellone. Autonomia, Ucraina, Diritti: si avvia alla fine la lunga estate trasversale per i partiti italiani. Sintonie, convergenze e «nuovi patti». Il fronte giustizia, con la spinta giunta da parte della maggioranza di intervenire su legge Severino, custodia cautelare e alleggerire il sovraffollamento nelle carceri, riscuote sempre apprezzamenti bipartisan. Ecco le coppie (politiche) dell'estate: si va dalla collaudata sintonia tra Conte e Salvini, più che mai uniti sul no, netto, all'invio di armi a Kiev, alle convergenze inedite tra Tajani e Schlein sullo Ius scholae, fino all'inaspettato asse tra Sisto e Serracchiani sulla modifica della legge Severino. Il capitolo diritti è quello che fa registrare il più alto tasso di trasversalità.

A smuovere le acque ci pensa Forza Italia, aprendo all'idea di approvare una legge sullo Ius Scholae, ossia la concessione della cittadinanza ai figli di immigrati che abbiano completato un ciclo di studio di almeno 8 anni. Il leader e vicepremier Antonio Tajani non si nasconde: «La nostra posizione è sempre stata a favore dello ius scholae, che non è una scorciatoia né una cosa di sinistra» - dice il 14 agosto scorso in un'intervista al Messaggero. Il Pd raccoglie l'assist: «La recente apertura di Forza Italia a una legge sulla cittadinanza è l'occasione giusta per fare un primo passo. É possibile stringere un grande patto repubblicano, come ai tempi del voto alle donne» - ribatte il senatore dem Graziano Delrio. Dal fronte azzurro non c'è alcuna voglia di fare retromarcia: «Una riforma della cittadinanza che consenta di riconoscere prima della maggiore età e meglio diritti e tutele ai compagni di scuola dei nostri figli è senza dubbio giusta» - rilancia Paolo Emilio Russo, deputato di Forza Italia. Il Carroccio (area Zaia) manda segnali. Il governatore del Veneto Zaia spiega al Corriere della Sera: «Io dico che serve una no-fly zone sui diritti civili, su cui auspico non ci siano scontri ideologici», mettendo sul tavolo l'urgenza di una legge sul fine vita.

Sul capitolo diritti si lanciano subito i calendiani: «Assicurare la cittadinanza a chi ha completato il ciclo scolastico dell'obbligo è una misura di civiltà. Non si strumentalizzi la vicenda per ragioni di tornaconto politico» - commenta Mariastella Gelmini. E Calenda guarda con attenzione a Fi: «Evoluzione molto interessante» conferma il leader di Azione che da X lancia l'appello: «Cari Pd e Forza Italia, è evidente che sullo ius scholae si può fare un lavoro proficuo in questa legislatura».

Il dibattito sull'autonomia differenziata apre un varco (inatteso) a sinistra. Enrico Morando e Giorgio Tonini, ex senatori ed esponenti dell'ala moderata del Pd, in una lettera al Corriere della Sera si smarcano dal referendum contro la riforma Calderoli: «Non abbiamo firmato la proposta di referendum abrogativo e riteniamo che il nostro partito, il Pd, sbagli a sostenerlo». Il terreno giustizia è affollatissimo. Il ministro Carlo Nordio lavora a una norma che riveda il meccanismo della carcerazione preventiva, anche per ridurre il sovraffollamento nelle carceri. E subito arriva la sponda di Matteo Renzi che il 7 agosto diceva: «Se mi si chiede se è giusto che per reati minimi non ci sia la custodia cautelare, allora benissimo».

Il 10 luglio scorso è il turno della responsabile Giustizia Pd Debora Serracchiani che depositava un ordine del giorno (votato da Lega e Fi) per chiedere la revisione della legge Severino. Battaglia su cui il viceministro azzurro della Giustizia Francesco Paolo Sisto è d'accordo: «Bisogna intervenire, e rapidamente».

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